Marano, continui blitz all’ufficio tecnico, sequestri e atti poco chiari. Perché a Marano dovrebbe arrivare una commissione di accesso agli atti

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I blitz della Direzione distrettuale antimafia al municipio di Marano, in particolare all’ufficio tecnico, ormai non fanno più notizia. I magistrati hanno acquisito, nel corso di un anno, decine di faldoni: pratiche edilizie, concessioni, lottizzazioni e quant’altro.

Il Comune di Marano, come scrivemmo a più riprese un anno fa, è dunque nuovamente sotto i riflettori della Procura.

Negli ultimi tempi abbiamo assistito all’arresto di un ex sindaco ed ex consigliere, Mauro Bertini, attualmente ai domiciliari con l’accusa di corruzione aggravata in concorso tesa ad agevolare il clan Polverino e tra l’altro, come emerge dalle carte dell’inchiesta, fortemente interessato alla vicenda del mercato ortofrutticolo; abbiamo saputo inoltre che ci sono otto indagati per una vicenda (sversamento di percolato in fogna) di qualche tempo fa. Tra gli indagati (almeno fino a qualche tempo fa) figura anche un consigliere di maggioranza, Ciro Marzi, e alcuni dipendenti della ditta che gestisce il servizio di raccolta rifiuti.

Poche settimane fa la prefettura ha emesso svariate interdittive antimafia per ditte del mercato ortofrutticolo selezionate con una procedure del Comune.

Ieri è stata sequestrato, su richiesta della Dda di Napoli, anche l’immobile (abusivo) che per anni ha ospitato la Garden House. Immobile realizzato da palazzinari di camorra e adibito poi a scuola gestita da una società che paga un regolare canone di fitto. La scuola fu chiusa dal sindaco e poi riaperta dallo stesso sindaco pochi giorni dopo. In quei giorni (strana coincidenza) si dimise anche il dirigente dell’ufficio tecnico che era stato pochi giorni prima convocato in Procura e apertamente contrario alla riapertura dell’immobile.

In consiglio comunale (ma questo a Marano è da sempre prassi) siedono inoltre diversi consiglieri legati da importanti vincoli di parentela alle famiglie malavitose del territorio. Considerando tutto ciò, e anche sulla scorta di altri aspetti (che al momento non possono essere svelati), sarebbe il caso che qualcuno, magari i deputati Cinque Stelle, sollecitassero l’invio di una commissione d’accesso agli atti in municipio. Tale richiesta è stata fatta per tanti altri comuni anche dal M5s e in primis dal deputato maranese Andrea Caso, membro della commissione nazionale antimafia. Abbiamo rivolto tale invito (con un post pubblico) all’onorevole Caso, il quale riferisce di “essere attivo presso le sedi dovute per garantire legalità e trasparenza”. Noi insistiamo con la richiesta perché riteniamo che il Comune di Marano sia meritevole di approfondimenti da parte del Ministero dell’Interno, che potrebbe optare in seguito per lo scioglimento dell’ente cittadino.

Qualcuno sostiene che il 5 Stelle sia poco attivo su tale fronte perchè Rodolfo Visconti, attuale sindaco, nel 2013 fu il candidato sindaco in pectore del M5s maranese. Candidatura non avallata da Casaleggio. Secondo molti osservatori, il 5 Stelle locale non vorrebbe pertanto alzare un polverone su una persona a suo tempo da loro stessi individuata per guidare la città. Siamo certi, però, che si tratta solo di pettegolezzi e che Caso e gli altri si attiveranno presto presso il competente Ministero. Ad attivarsi potrebbe essere anche la locale compagnia dei carabinieri, che può inviare in prefettura un’apposita relazione. I carabinieri di Marano lo fecero anche nel 2014 quando fu sciolto il municipio allora guidato da Angelo Liccardo.

 

 

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