Arzano, il gran pasticcio sul caso dell’ex sindaco sciolto per mafia. La Prefettura non si costituisce davanti al Tar e la Esposito si salva sull’incandidabilità

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Sentenza sull’incandidabilità: il caso finisce in parlamento. La Prefettura di Napoli e la triade commissariale che regge il comune di Arzano non si costituiscono dinanzi al Tar per la discussione di merito sul terzo scioglimento per mafia. Un vero è proprio paradosso scritto nero su bianco sia dal giudice civile che si è espresso sulla richiesta di incandidabilità avanzata dal Ministero dell’Interno nei confronti degli ex amministratori Fiorella Esposito, Alessandro Merenda, Anna Errichiello e Rosario Errichiello, che sulla fissazione della prima udienza dinanzi al Tar. Due processi in cui emerge, nel primo caso, una “passiva” costituzione con l’assenza del contraddittorio, e nell’altro addirittura l’assenza negli atti costituivi di merito della Prefettura. E in tutto questo bailamme non è mancato l’ennesimo attacco all’Associazione antimafia “Antonino Caponnetto” da parte dell’ex sindaco Esposito e del suo entourage dopo che l’associazione Antimafia ha annunciato di voler portare il caso in commissione Antimafia. La stessa ex giornalista del Le Monde, Laura Caputo e l’associazione Caponnetto avevano posto all’attenzione nazionale la vicenda di Arzano sulla sentenza di incandidabilità dell’ex sindaco Fiorella Esposito, di due ex assessori e di un consigliere comunale, quest’ultimo già ampiamente certificato dall’Antimafia per rapporti con la camorra (come lo stesso tribunale di Aversa non nega nemmeno nella circostanza) il cui ricorso è stato praticamente accolto per mancanza di atti (senza omissis) e prove a supporto dell’arringa di accusa. Un giudizio, quindi, monco nel merito, unilaterale nella difesa e quasi scontato nell’esito.

La singolarità, grave, riguarda il fatto che dopo l’udienza preliminare in cui sono stati depositati il solo decreto di scioglimento pubblicato sulla G.U. e la relativa relazione della Prefettura, entrambe comprensive di “OMISSIS” non c’è stata null’altro da parte del Ministero degli Interni a supporto difensivo e a doveroso corredo dell’accusa. Tant’è che lo sottolinea anche lo stesso collegio giudicante. Si tratta di un “corto circuito” che – secondo il social Arzano News – , “esulando da ogni giudizio di merito sulla specifica vicenda del Comune di Arzano, pone seri problemi sull’azione del Ministero degli Interni e sulla efficacia della legge relativa ai provvedimenti di scioglimento dei comuni per mafia, e di conseguenza su quelli a latere di incandidabilità dei politici coinvolti, tanto più gravi alla luce di ultime sentenze della Cassazione che ritengono sempre più legittimi tali provvedimenti preventivi, anche in assenza di condanne penali. Resta fin qui inevasa – proseguono dal noto social -, la domanda posta dalla giornalista Laura Caputo: perché il Ministero degli Interni non c’era a difendersi “ nel merito” con la sua corposa documentazione a sostegno del provvedimento di scioglimento e conseguente arringa di controparte?”.

© Copyright redazione, Riproduzione Riservata. Scritto per: TerranostraNews
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