Gentile dottore, sono padre di un ragazzino di 11 anni che, in questo periodo, mi dà delle preoccupazioni, legate al suo carattere taciturno e solitario. Questo aspetto della sua personalità, va accentuandosi ulteriormente, portandolo a chiudersi spesso in una realtà individuale, fantastica, popolata da mostri e personaggi paurosi e violenti. Il suo interesse per le storie fantastiche che narrano di mondi estremi, popolati da creature dai poteri oscuri e dall’aspetto orribile, in cui la sopravvivenza è in pericolo continuo e le lotte sono violente, sta diventando ossessivo. Sono storie che sceglie nei libri, ma che soprattutto cerca alla televisione, che davvero propone tantissimi film o serial di questo genere. Direi quasi che mio figlio cerca la paura e se ne santa attratto. Come fare per allontanarlo da questo mondo irreale e mostruoso?
L’angolo dello psicologo: gestire la paura per vincerla: i nostri bambini e l’ ostinato interesse per mostri e storie paurose
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Aldo da Giugliano
Quante nostre paure, di noi adulti, hanno origine in altri luoghi del nostro vissuto? Tutte. Un bambino che si spaventa, che vive la paura, suscita le nostre inquietudini prima della premure, ci mette in ansia, ci agita, mette in risalto la nostra impotenza di fronte a situazioni che non hanno una soluzione a portata di mano. I genitori infatti spesso cercano spiegazioni razionali, provando a spiegare la paura con modalità pedagogiche, che non hanno alcun effetto rassicurante. Le paure che i bambini vivono sono le più disparate, difficilmente comprensibili dai grandi, che sembrano avere smarrito quella strada di collegamento con la propria infanzia. Portate alla luce, queste paure potrebbero illuminare di luce riflessa l’emozione vissuta dal figlio, in quel momento. Chi non ha avuto paura del lupo, dei mostri, del buio, di quello che si può nascondere sotto il letto o nell’armadio, oppure paura della scuola, della maestra cattiva; tante paure vissute che fanno parte di un percorso di vita, di un sano sviluppo emotivo. Il bambino mette in atto da solo, maturando, strategie strategie finalizzate al superamento dell’angoscia, con comportamenti apparentemente goffi, che a volte suscitano l’ilarità delle persone. Ci meravigliamo di vederli accompagnati sempre dal solito peluche, che in certi momenti sembra acquisire una dimensione animata; oppure ci stupiamo se cercano il contatto fisico stretto con i genitori, se se ci chiedono di dormire nel lettone o se si coprono, di notte, fin sulla testa. Ma se ci imbattessimo in un adulto che avesse bisogno di dormire con la coperta fin sulla testa? Verrebbe da dire che, con tutta la possibile comprensione, si tratta di una persona che conserva ancora un fanciullo che si muove dentro di lui, che ha bisogno di raccontar-si e raccontare le proprie paure, ansie, timori, che possono essere accolti da un abbraccio forte, quale solo quello materno sa essere, per farlo diventare più forte, anche delle proprie paure.
Dott. Raffaele Virgilio, psicologo e psicoterapeuta.
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