Il caso Segrè. A Mugnano si lavora per rendere il nuovo istituto sede centrale. Marano dorme da anni e rischia di farsi “scippare” anche la scuola

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E mentre a Mugnano si danno da fare, con l’obiettivo dichiarato di rendere il nuovo Segrè, quello di via Crispi, sede principale e non più succursale, a Marano dormono. Dormì sonni profondi l’ex sindaco Liccardo, che non intuì il pericolo (eppure lo scrivemmo in tanti articoli) e dormono gli attuali amministratori, che forse nemmeno sanno di cosa stiamo scrivendo.

Il Comune di Mugnano ha ottenuto fondi, per 700 mila euro, per il potenziamento di alcuni locali (auditorium in primis) nell’istituto inaugurato nel marzo scorso. Fondi che vanno alla scuola nuova, insomma, e non alla vecchia che avrebbe invece bisogno di una bella opera di restyling. Un istituto che, in teoria e sulla carta, dovrebbe essere e rimanere una succursale di Marano. Così non sarà o potrebbe non essere, invece, perché l’amministrazione di Mugnano – sfruttando legittimamente i contatti in suo possesso (consiglieri metropolitani, tecnici e qualche insegnante o dirigente scolastico) – ha nel proprio programma quello di renderlo sede centrale. Per farlo, tuttavia, occorrono determinati requisiti (numero di alunni e aule) che al momento non vi sono ma potrebbero, nell’arco di due o tre anni, esserci. Marano, se la rotta non sarà invertita, diventerà sempre meno appetibile rispetto a Mugnano e alla lunga le iscrizioni potrebbero penalizzare proprio l’istituto maranese di via Arafat. Lo scippo potrebbe consumarsi, dunque, e se dovesse accadere (per merito di Mugnano e demerito di Marano) non potrete dire che non ne sapevate nulla. Il piano è chiaro ed è certificato anche da uno scambio di battute (sui social) tra un amministratore di Mugnano e un ex consigliere (Coppola Pasquale) del Pd di Marano.

Marano, che ha già perso un tribunale, il centro di primo soccorso, l’ufficio di collocamento, potrebbe ritrovarsi depotenziata anche sul fronte scolastico. Dorme la politica e gli amministratori di Marano, insomma, e dormono anche gli studenti che fecero “casino” per ottenere l’apertura della sede di Mugnano (loro e non gli studenti di Mugnano) senza capire quale era la portata generale del piano.

© Copyright Fernando Bocchetti, Riproduzione Riservata. Scritto per: TerranostraNews
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