Undicimila seicentoquindici euro. Sì, avete letto bene. E’ l’importo di una bolletta dell’acqua, per il secondo semestre del 2012 e per l’anno 2013, che il Comune di Marano ha notificato a una famiglia del corso Mediterraneo, composta da due persone: mamma e figlia. Entrambe vivono in una casa di 65 metri quadri e, secondo l’ente comunale, anzi secondo l’ufficio tributi del Comune, guidato da anni dal dottor Paolo D’Auria, avrebbero consumato acqua come se in casa avessero installato una piscina olimpionica. Le due donne si sarebbero presentate negli uffici comunali per ricevere spiegazioni ma, secondo il loro racconto, gli stessi dipendenti del settore tributi non si spiegherebbero come sia potuto accadere. Si tratta di un mero errore degli uffici? C’è stata una misurazione che giustifichi tale importo? Le due donne sono forse due pericolose “trafficanti” di acqua potabile? Si attendono risposte.
Qualcuno, qualche addetto ai lavori, ravvede nell’episodio l’ennesimo tentativo di “mettere in bilancio, per farlo quadrare, somme che non verranno mai incassate”. Sono voci, forse illazioni, ma cosa certa è un’altra: la persona che ha ricevuto la bolletta, tra l’altro vedova, stava per accusare un malore alla vista di quella cifra: 11 mila 615 euro. Dimenticavamo: la signora può pagarla anche con tre comode rate….
© Copyright Fernando Bocchetti, Riproduzione Riservata. Scritto per: TerranostraNews
