Come perdere tempo e ancora tempo e ancora tempo. La storia degli alloggi popolari, occupate al 99 per cento da famiglie senza titolo o che non sono in regola con i pagamenti, è nota a tutti o quasi. Soltanto tre anni fa l’ex commissario prefettizio Gabriella Tramonti commissionò una sorta di censimento. Lo scopo era quello di determinare il numero degli occupanti senza titolo o non in regola con i canoni da versare al Comune di Marano. L’operazione fu materialmente eseguita dalla dipendente comunale Felicia Santoro, che inviò formali richieste agli assegnatari o occupanti, ricevendoli in secondo momento al Comune. In tanti (non tutti) si recarono negli uffici di via XXIV Maggio (sede dell’Anagrafe e dell’ufficio elettorale) per consegnare le ricevute di pagamento dell’ultimo quinquennio e per ragguagliare l’ente sulla loro attuale condizione.
Quasi nessuno possedeva il contratto o il titolo che autorizzava l’occupazione degli immobili. Fu un lavoro prezioso, che richiese qualche mese di lavoro, ma di cui si sarebbe persa ogni traccia.
A tre anni da quel censimento l’amministrazione comunale e l’ufficio patrimonio dell’ente, dopo aver varato un bando per le future assegnazioni degli alloggi popolari che eventualmente (ma non accadrà mai) saranno sgomberate dagli abusivi, sta mettendo mano e riproducendo le stesse, identiche procedure già avviate e concluse un triennio fa. Nuove verifiche, nuove convocazioni degli occupanti al Comune. Come se nulla fosse accaduto in precedenza. Come se quel lavoro non esistesse. Si sarebbe potuti partire da lì e si sarebbe senza alcun dubbio guadagnato tempo e, forse, anche denaro.
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