Il tradimento investe potenzialmente ogni possibile forma di relazione. Si può persino tradire se stessi e talora è nel tradire che s’inganna sé stessi. La maggioranza di noi ha dunque sperimentato questa condizione, chi più o meno volontariamente, in quanto traditore, chi più o meno involontariamente, in quanto tradito. Pertanto, ognuno di noi ha elaborato una sua idea del tradimento.
Tuttavia non è tutto così semplice. Il tradimento, infatti, può essere inteso in vari modi, così come ci sono molti modi per tradire. Comunemente, in un rapporto di coppia, si parla di tradimento quando uno dei due partner, all’insaputa dell’altro, instaura relazioni sessuali e/o sentimentali con uno o anche più soggetti e non necessariamente in successione.
Non è facile definire questo evento, forgiato apparentemente nella menzogna e nella segretezza in quanto, dal punto di vista culturale, ci troviamo in un’epoca in cui i modelli di coppia sono tanti (si pensi allo swinging, allo scambio di coppie, al poliamore) e diverso è il peso attribuito alla dimensione della fedeltà e dell’esclusività del legame.
Cercherò quindi di approfondire la questione partendo dal significato di legame amoroso.
Una relazione amorosa è caratterizzata dall’integrazione tra bisogni di attaccamento, accudimento e sessualità: quando manca un elemento, il legame non può essere considerato amoroso. Pertanto l’amore è sesso, passione, protezione, reciprocità, cura dell’altro, appartenenza, dialogo, relazione e intimità.
Mentre l’innamoramento può essere fortuito, l’amore rappresenta sempre una scelta. Perché, per diventare una coppia stabile, l’innamoramento va trasformato in un impegno di reciproco investimento emotivo, dove il legame che si stabilisce tra i due diventa privilegiato. Pertanto, se è possibile fare sesso anche con più persone e talora senza nemmeno conoscerle, non è mai possibile amare più di uno per volta e senza un’intima conoscenza.
Questo tipo di legame privilegiato va nutrito costantemente e l’atto sessuale assume, in esso, un aspetto anche simbolico, perché contraddistingue specificamente il rapporto amoroso rispetto ad altri rapporti affettivi (per esempio familiari e amicali).
Un aspetto culturale, tipico di questo periodo storico, è legato al fatto che le relazioni amorose odierne hanno messo molto in ombra altri aspetti del contratto amoroso che in passato erano invece fondamentali e cioè la responsabilità, l’impegno reciproco. Talora ci si tradisce sessualmente ma, in realtà, è l’impegno che alla prima difficoltà non si riesce a sostenere.
È più semplice pensare di avere sbagliato partner quando, passata la fase dell’innamoramento, ciascuno rivela i propri difetti. Mentre è quello il momento in cui, tenendo conto dei limiti propri e dell’altro, bisogna impegnarsi a stabilire un rapporto più maturo e realistico.
Si tradisce cioè l’impegno a costruire il “noi”: quel particolare patto simbolico, fatto di regole dette e non dette, di speranze segrete e condivise, che rappresenta la caratteristica strutturale e specifica di ogni coppia. Sotto quest’aspetto potremo considerare il vincolo amoroso, formato non da due ma da tre elementi, rappresentati da ciascuno dei due partner e dalla loro relazione come terzo elemento.
Il traditore è chi infrange il “Noi”, simbolo di unione e armonia della coppia, facendo venire meno nel partner la fiducia riposta, fino a quel momento, non solo nell’altro e nei progetti di vita insieme ma anche in se stesso.
I motivi di tradimento possono essere molteplici e in alcuni soggetti l’insicurezza si manifesta attraverso un comportamento d’infedeltà cronica agita esclusivamente per cercare continue e inutili rassicurazioni esterne.
Però il tradimento, nella maggioranza dei casi, rende manifeste difficoltà di coppia irrisolte. In questi casi spesso sottende un particolare “messaggio”. Questo messaggio può essere per l’altro ma, talora, è inconsapevolmente rivolto a se stessi.
Quando il messaggio è per se stessi può indicare un “bisogno” o un “disagio”. Talora, pur essendo in coppia, si sente l’esigenza di garantire a se stessi uno spazio di autonomia che non si vuole condividere. Questo bisogno, per taluni, è possibile solo attraverso un atto di trasgressione.
Questa persona non percepisce questa trasgressione come tradimento, ma come atto di ribellione, di liberazione e di autonomia. Questo tipo di “trasgressione” non sempre è agita ma, talora, può essere solo immaginata.
“L’immaginazione” può essere un modo sano per superare limiti propri e dell’altro, per correggere illusoriamente contesti che non si può e nemmeno si vuole modificare, come voli pindarici che rinforzano l’autostima pur rimanendo con i piedi per terra.
Però, se la trasgressione è immaginata o agita solo come “gioco”, non dovrebbe mai turbare né generare sensi di colpa, per cui andrebbe conservata come un regalo fatto a se stessi che rafforza l’autostima e il rispetto di sé e dell’altro e non andrebbe rivelata.
Se invece, l’autonomia che ci si concede spaventa e anche il terreno dell’immaginario appare scivoloso e la sola fantasia scatena un senso di colpa che fa male più a sé stessi che all’altro, in questo caso il tradimento è sempre segno di disagio o crisi personale o di coppia. La “crisi” personale può essere introspettiva per mancanza o perdita di autostima o perché è cambiata la propria idea di coppia o relazionale per un rapporto di coppia che è diventato problematico.
Tenere per se le insoddisfazioni, evitando di instaurare un discorso che chiarisca le difficoltà, nella speranza di preservare la coppia mantenendo una falsa apparenza di armonia, a lungo andare disintegra la coppia. Invece, avviare un processo di ricerca che consenta di trovare un modo per uscire fuori da una crisi è sempre auspicabile, perché la paralisi tormenta e logora.
Agire in una qualche maniera la crisi del rapporto di coppia, pertanto, può mettere in risalto e far comprendere i punti che saldano e tengono vivo un rapporto che vanno esaltati e i punti che invece sono distruttivi e vanno ricontrattati. Ho definito il tradimento come una pallina di acciaio lanciata su una leva a due bracci in precario equilibrio tra dissoluzione e rivoluzione. Il peso della pallina può fare inclinare la leva da una parte o dall’altra.
Il tradimento quindi, consente in qualche modo un’apertura, rompendo l’omeostasi. Agisce allora come evento trasformante o come sintomo di una trasformazione già in atto. Non sempre però, questo evento improvviso che irrompe in un rapporto in “impasse”, destabilizzandolo, sancisce la fine del rapporto ma talora può anche favorire un positivo cambiamento nella relazione. Il traditore infatti, attraverso l’agito potrebbe comprendere a che punto è nel rapporto.
In altri casi il tradimento serve a scuotere la comunicazione, per cui chi tradisce rimanda sempre in qualche modo l’informazione all’altro perché, anche se inconsapevolmente, desidera che sappia.
Un altro aspetto ambiguo e controverso del tradimento riguarda proprio, infatti, la sua rivelazione. La rivelazione non sempre è indice di onestà e sincerità. Talora mostra più coraggio chi non rivela il tradimento.
Talora si rivela il tradimento perché manca il coraggio di rivelare la reale motivazione della fine del rapporto anche a se stessi. In altri casi rappresenta un modo per punire l’altro. Rappresenta cioè una vera e propria provocazione indirizzata al partner. L’amante pertanto, costituisce un mezzo, uno strumento, per rinegoziare la relazione, però, attraverso un attacco punitivo. Ma nemmeno tacere un tradimento rappresenta sempre un atto di coraggio.
Perché potrebbe essere un modo facile per sfuggire una realtà che non si ha il coraggio di affrontare per non perdere privilegi acquisiti. Ci sono anche casi in cui non si vuole chiudere una relazione in cui si è speso e costruito molto. Infine, ci sono casi in cui i confini nella coppia sono talmente assottigliati che non si riesce più a vedere l’altro e lo si considera una sorta di proprietà, da tenere con sé per controllare e manipolare.
C’è da dire però, che se la coppia è disfunzionale, sono di solito entrambi i partner ad avere rotto gli argini, per cui è frequente un’intesa, anche se inconscia, a mantenere lo status quo. Pertanto il tradimento, pur avendo un impatto fortemente traumatico per la coppia, può essere l’occasione per avviare un onesto confronto o scontro che porti a una svolta. Quindi non sempre il tradimento decreta la fine di un rapporto ma talora sorprendentemente ravviva i punti di forza e aiuta a modificare la comunicazione disfunzionale che ne era all’origine.
Maria Rossetti, ginecologa e sessuologa
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