Mugnano, teneva una tigre in una gabbia piccolissima: condannato l’imputato

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Si è finalmente concluso presso il Tribunale di Napoli Nord, con la confisca della tigre “Angela”, il processo a carico di D.G.M., imputato «per aver detenuto illegalmente un esemplare di Panthera tigris» e «per aver detenuto in ambiente con scarsa luce e ricoperto di feci, con acqua sporca e senza cibo, l’esemplare felino (…), da considerarsi specie protetta, e quindi in condizioni incompatibili con la sua natura di animale esotico».
L’imputato è stato condannato al pagamento di un’ammenda di 18 mila euro.

«Siamo soddisfatti per la chiusura della vicenda giudiziaria, che si concretizza nell’inizio di una nuova vita per Angela, che avrà la possibilità di entrare a far parte di un progetto di liberazione in stato semi-naturale nel Santuario Lionsrock, gestito da Four Paws International in Sudafrica – commenta Gaia Angelini, responsabile LAV settore Esotici – Una nuova vita insieme con gli altri novanta grandi felini presenti oggi nel Santuario, tutti salvati dalla cattività e da situazioni di degrado, in Europa e nel mondo».

L’11 luglio 2014 la tigre “Angela” era stata trasferita presso un centro specializzato per grandi felini vicino Francoforte (Germania), con un’operazione di LAV e FOUR PAWS International, in collaborazione con il Corpo forestale CITES Campania e le altre forze di polizia, che hanno unito le loro forze per salvare la giovane tigre sequestrata nel dicembre 2013 a Mugnano nel corso di un’operazione della Polizia di Stato.

Diverso invece il destino di centinaia di altri animali che in Italia sono oggetto di sequestro per motivi legati al maltrattamento, al traffico illegale, all’abbandono o alla detenzione illegale, per cui non esistono strutture adeguate per la loro sistemazione, a causa di una obiettiva mancanza di centri di recupero per animali esotici sul territorio nazionale. In moltissimi casi come quello di “Angela” gli animali oggetto di sequestro possono anche essere affidati dalle Procure agli stessi indagati per maltrattamento, a causa di assenza di finanziamenti per il loro mantenimento o centri autorizzati a detenerli.

«Una concreta politica di sostegno dei centri di recupero di fauna selvatica, senza la quale qualsiasi attività di contrasto da parte delle forze dell’ordine risulta impossibile, è quindi di fondamentale importanza per sostenere le attività di sequestro di tali animali quando ci sono delle condizioni di illegalità», conclude la LAV.

© Copyright Redazione, Riproduzione Riservata. Scritto per: TerranostraNews
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