Trascorse appena 24 ore dall’insediamento, Donald Trump procede dritto verso i temi chiave di questa sua seconda presidenza a suon di ordini esecutivi.
Uno degli ordini esecutivi della batteria di provvedimenti firmati riguarda la sospensione per 90 giorni di tutti i programmi di assistenza estera degli Stati Uniti. Non è ancora chiaro cosa verrà bloccato, poiché una buona parte di questi fondi sono già stati stanziati dal Congresso e potrebbero essere già stati spesi oppure potrebbe essere obbligatorio spenderli. L’ordine afferma che “l’industria e la burocrazia degli aiuti esteri non sono allineate con gli interessi americani e in molti casi sono antitetiche ai valori americani” e “contribuiscono a destabilizzare la pace mondiale promuovendo idee in paesi stranieri che sono direttamente contrarie a relazioni armoniose e stabili all’interno e tra i paesi.”
Per questa ragione, il presidente appena insediatosi ha scelto la linea dell‘interesse nazionale puro: nessuna ulteriore assistenza estera verrà erogata in un modo che non sia pienamente allineato con la politica estera americana. A Marco Rubio l’ingrato compito di determinare se e dove debba essere spesa l’assistenza estera. Il suo criterio per diradare le nebbie sull’argomento: chiedersi se il finaziamento, di volta in volta, renda “l’America più sicura? Più forte? Più prospera?”. Il senatore democratico Chris Coons, del Delaware, ha dichiarato di essere particolarmente preoccupatocirca il congelamento degli aiuti esteri e ha avvertito che questa mossa potrebbe mettere in pericolo l’Ucraina alle prese con l’inverno. “Significa che abbandoneremo la Giordania, che è un alleato fondamentale e un mare di stabilità in un’intera area piena di conflitti? Significa che ci tireremo indietro dal finanziare il Programma Alimentare Mondiale o l’UNICEF?” ha continuato.