A livello nazionale Giorgia Meloni, il premier, porta avanti le sue battaglia, il suo programma elettorale, anche con non poche difficoltà, visto e considerato il costante scontro con la magistratura, gli scontri continui con la sinistra che ad ogni piè sospinto invoca il “fascismo”, mentre a livello locale non tutti remano nella direzione di “Giorgia”.
E’ il caso della Campania dove si alternano da anni sempre i soliti parlamentari, consiglieri regionali, sindaci e assessori, dirigenti e amministratori, tutti poco attivi, che si occupano più di curare il proprio orticello, senza esporsi più di tanto. Vuoi per un interesse vuoi per un altro, in pochi si intestano battaglie che invece sono molto serie e andrebbero affrontate con determinazione. Ad esempio nelle ultime settimane tante inchieste sono fioccate in Campania, sia in comuni grandi che piccoli, per filoni investigativi che vanno dal voto di scambio politico – mafioso, alla corruzione, passando per la truffa e alla turbata libertà dei pubblici incanti che vedono coinvolti sindaci, assessori, consiglieri, dipendenti e dirigenti. Come mai nessun parlamentare del centrodestra ed in particolare di Lega e Fratelli d’Italia si è esposto sul tema? Nessuno ha chiesto di fare chiarezza, nessuno ha mosso una virgola, nessuno si è degnato nemmeno di alzare il telefono e chiedere al Prefetto di Napoli di fare gli opportuni accertamenti in questi enti dove aleggia l’ombra della criminalità organizzata. Ciò non è avvenuto in passato dove invece parlamentare di 5 Stelle e del Partito Democratico, anche contro esponenti della loro stessa classe politica, hanno alzato polveroni mediatici, chiedendo interventi da parte delle autorità competenti.
La sinistra su questo ha sempre fatto rete. Se la Meloni a livello nazionale raggiunge picchi del 30%, le forze di governo non hanno alcuna capacità attrattiva sui territori napoletani, mentre invece, il sistema di potere di Santa Lucia è quanto mai solido, grazie soprattutto alla presenza di sindaci, in tanti comuni, che seminano, nel nome di De Luca, per raccogliere al prossimo turno elettorale. A destra si continua a considerare solo il candidato apicale, senza tener conto che le elezioni si vincono con una rete di rapporti, intrecci, liste e selezione dei dirigenti ma anche con metodi finalizzati al ripristino della legalità.
Sbaglia se qualcuno pensa che De Luca, pur candidandosi senza Pd, possa essere sconfitto. De Luca vincerà anche senza il Pd a meno che il centro destra non inizi a fare il centrodestra e si opponga in maniera chiara e inequivocabile al sistema di potere messo in atto dal governatore della Campania che esercita la propria autorità su ASL, Ospedali, Trasporti, Università, Scuole. Insomma un vero e proprio regno, che chi vuole può scardinare. Meloni, sveglia!
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