Mistero ancora fitto, fittissimo sul futuro dello stadio comunale. L’impianto, chiuso da quattro anni, è stato oggetto di recente di un maxi intervento di pulizia, eseguito – in due distinte operazioni – dalla Sma Campania, dal Comune e dai carabinieri della Forestale. Chi ha operato ha rimosso i rifiuti sversati nel corso degli anni nei pressi degli spogliatoi e delle aree interne, nonché la fittissima vegetazione cresciuta su quel che un tempo era considerato uno dei campi da gioco più belli della regione. L’erba era così alta, e tra l’altro visibile dalle strade adiacenti, da aver coperto persino le due porte. La struttura, che era diventata una discarica a cielo aperto nonché teatro di continue scorribande di ladri e malintenzionati, era stata inoltre sequestrata su richiesta della Procura Napoli nord e successivamente – sulla scorta di un incendio – anche le aree limitrofe.
Sono in tanti oggi, appassionati di atletica leggera e sport in generale, a sollecitare il Comune affinché completi le operazioni di pulizia propedeutiche al dissequestro. “C’è bisogno di restituire, dopo tanti anni, un luogo di aggregazione e di sport come lo stadio alla cittadinanza – tuona l’ex sindaco Salvatore Perrotta – Al netto delle vicissitudini di carattere burocratico, il Comune deve fare il possibile per adempiere alle indicazioni dell’autorità giudiziaria e individuare, in seguito, il personale interno per consentire quanto meno l’apertura e la chiusura dei cancelli”. Sulla stessa falsariga anche i tesserati dell’associazione sportiva che per molti anni ha organizzato, sempre al Comunale, meeting e campionati nazionali e regionali di atletica leggera. “Marano è una città priva di spazi verdi e per la socialità – aggiunge Vincenzo Renda, tecnico Fidal – Lo stadio era diventato il punto di riferimento per scuole e tanti giovani del territorio. Conosciamo le difficoltà del Comune, ma allora perché non chiedere l’aiuto del governo così come è stato fatto a Caivano?”.
Le vicissitudini burocratiche, in realtà, non sono state ancora superate. I tempi del dissequestro non sono noti e non è stato ancora sciolto, inoltre, il nodo della proprietà. L’impianto fu realizzato sul terreno del comune di Napoli e senza le necessarie procedure di esproprio. Marano, dunque, dovrà risarcire Palazzo San Giacomo. L’accordo fra le parti è stato abbozzato, ma non ancora ratificato.
Qualcuno interessato alla gestione, squadre di calcio, avrebbe eseguito qualche sopralluogo nell’impianto nei mesi e scorse settimane. Ma al momento, sul punto, non se ne sa nulla.
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