“Non so più, per la verità, qual è più la mia parte politica. Sono un po’ contrastato diciamo». Questo un passaggio, quello più politico, del discorso tenuto dal presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca a Città della Scienza in occasione della Cerimonia del Giuramento d’Ippocrate dell’Ordine dei Medici e degli Odontoiatri di Napoli. Sullo sfondo c’è lo scontro con il Pd sul terzo mandato.
La norma che permetterà al governatore di ricandidarsi nuova mente alla guida di Palazzo Santa Lucia è arrivata ieri in commissione Affari costituzionali. Si tratta di quello che qualcuno ha ribattezzato “lodo Zaia”, cioè il cavillo già utilizzato dal governatore veneto che già sta svolgendo il suo terzo mandato. Si tratta del recepimento della norma nazionale risalente al 2004 che impedisce ai presidenti della Giunta regionale di essere rieletti dopo aver già effettuato due mandati. Ebbene: recependo oggi la legge, questa non avrà effetto retroattivo e di fatto “azzera” i precedenti mandati di De Luca.
LEGGE ELETTORALE E AUTONOMIA In Commissione è stata presentata da Mario Casillo (Pd) anche proposta di legge per modifiche alla legge elettorale regionale, in particolare: l’eliminazione del limite del 65% del premio di maggioranza; l’introduzione della definizione della soglia di sbarramento al 3%, già contenuta nel testo vigente, eliminando la possibilità di derogare alla stessa nel caso di collegamento ad un candidato presidente che ottenga il 10% dei voti e l’ineleggibilità dei sindaci dei Comuni campani e non solo di quelli dei Comuni superiori ai 5mila abitanti. Norma, quest’ultima, contestata dal centrodestra che chiede anche una soglia di sbarramento più alta.
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