Studenti dell’Università di Pisa tornano in Campania. Adriano Pistilli: “In campo ambientale la Campania non è seconda a nessuno!”

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Si torna sempre dove si è stati bene: mai frase potrebbe essere più idonea.
Dopo la positiva esperienza dell’anno scorso
(https://www.terranostranews.it/2023/05/26/docenti-e-studenti-delluniversita-
di-pisa-in-visita-in-campania-siti-contaminati-depuratori-e-impianti-di-
trattamento-rifiuti/), il 23 e il 24 maggio una trentina di studenti dell’Università
di Pisa si sono recati in Campania per una visita didattica di due giorni c/o
impianti di trattamento rifiuti, discariche, depuratori e siti contaminati.
A differenza dello scorso anno, non erano presenti solo gli studenti del
Dipartimento di Ingegneria dell’Energia, dei Sistemi, del Territorio e delle
Costruzioni, ma anche quelli del Dipartimento di Chimica e Chimica
Industriale.
Gli studenti sono stati accompagnati dai docenti dell’Università di Pisa,
Prof.ssa Tarita Biver, Prof.ssa Stefania Giannarelli, Prof. Alessio Ceccarini,
Prof. Ing. Renato Iannelli, e dal Dott. Adriano Pistilli che ha curato
l’organizzazione.
Appena giunti in città i partecipanti si sono recati nell’Area di Rilevante
Interesse Nazionale di Bagnoli – Coroglio per approfondire le problematiche
tecniche, economiche e ambientali, connesse alla realizzazione di interventi di
Messa in Sicurezza e Bonifica di ampi siti industriali dismessi. L’Area, in virtù
di quanto stabilito dall’art. 33 dello “Sblocca Italia”, è gestita dalla società
INVITALIA S.p.A. La storia industriale dell’area ha inizio con le prime attività
avviate nel 1853, ma la svolta essenziale si è determinata nel 1905, con
l’avvio della costruzione dell’Impianto siderurgico Ilva di Bagnoli. Nel 1936-
1938 sorge adiacente al sito, l’impianto Eternit. Nel periodo 1986-1990 si
assiste ad un progressivo ridimensionamento dell’apparato produttivo: viene
dismessa l’attività Eternit e chiusa definitivamente l’area a caldo dell’Ilva nel
1990. Nel 1991 lo stabilimento dismette tutte le sue attività. Tanti gli spunti di
riflessione e i temi trattati: il Programma di Risanamento Ambientale e
Rigenerazione Urbana, l’applicazione delle vari tecniche come il
desorbimento termico e il soil washing, la rimozione ormai completata
dell’amianto, e gli interventi da effettuare sui sedimenti marini e la
famosissima colmata.
Terminata la visita a Bagnoli, gli studenti hanno visitato la piattaforma
ecologica della società Di Gennaro S.p.A. sita a Caivano (NA) per
approfondire i processi tecnologici per massimizzare il recupero di rifiuti
provenienti dalla Raccolta Differenziata. La Di Gennaro S.p.A., da oltre 100
anni, opera nel settore del recupero dei rifiuti per trarne nuove risorse. Dagli
anni ‘90, oltre al recupero di carta e cartone, supporta sempre più la
valorizzazione della raccolta differenziata urbana. Le aziende del recupero in
generale e quelle dotate di impianti di selezione altamente tecnologici, come
la Di Gennaro, sono l’anello centrale della filiera del riciclo, di cui la raccolta

differenziata rappresenta quello iniziale e l’impianto industriale di riciclo quello
terminale.
Ultima tappa del primo giorno di visita è stata l’impianto della società
Ri.genera s.r.l. del Gruppo Greenenergy Holding S.p.A. sito a Marigliano
(NA): il core business della società è costituito dalla lavorazione delle ceneri
provenienti dai Termovalorizzatori dalle quali, attraverso processi di vagliatura
e selezione, estrae i materiali metallici contenuti, separandoli dalla frazione
inerte. L’azienda occupa una superficie di circa 16.160 mq.
La mattina seguente è stato visitato il Termovalorizzatore sito ad Acerra (NA)
per approfondire le problematiche tecniche, economiche e ambientali,
connesse alla gestione del più grande impianto di termovalorizzazione d’Italia
in grado di trattare circa 750.000 tonnellate/anno e produrre energia elettrica
per circa 235.000 famiglie. L’impianto, inaugurato nel 2009 e di proprietà della
Regione Campania, è gestito dalla società A2A S.p.A. Il Termovalorizzatore di
Acerra è un impianto che recupera e trasforma in elettricità l’energia
contenuta nei rifiuti non riciclabili. È considerato uno degli impianti più
all’avanguardia d’Europa, perché è stato progettato e realizzato utilizzando le
migliori tecnologie disponibili per assicurare la massima protezione
ambientale. Il Termovalorizzatore recupera prevalentemente rifiuti solidi
urbani indifferenziati pretrattati negli impianti S.T.I.R. della regione Campania,
residuali dalla raccolta differenziata e quindi non ulteriormente recuperabili in
termini di materia.
Terminata la visita al Termovalorizzatore, gli studenti si sono recati al
Depuratore Area Casertana sito a Marcianise (CE) per approfondire le
problematiche tecniche, economiche e ambientali, connesse alla gestione di
un impianto di depurazione a fanghi attivi a ciclo completo costruito nel 1972
con il Progetto Speciale n. 3 della Cassa del Mezzogiorno per il
disinquinamento del Golfo di Napoli. Con una potenzialità di 803.110 A.E.,
l’impianto tratta i reflui di 16 Comuni e 4 agglomerati industriali. L’impianto
prevede l’arrivo di liquame attraverso tre collettori di ingresso: la stazione di
sollevamento Aversa Nord, il collettore Maddaloni e il collettore Capua.
Ultima tappa San Tammaro (CE) per incontrare il Prof. Ing. Giovanni Perillo,
coordinatore dell’intervento di landfill mining delle discariche Maruzzella 1 e 2.
E’ il più importante intervento di recupero ambientale che si sta attuando in
Europa e contribuirà alla decurtazione della sanzione europea che affligge la
regione Campania. L’intervento è finalizzato al recupero di volumetrie ed al
risanamento ambientale delle due discariche dismesse, di volume
complessivo pari a circa 2.000.000 mc, e dell’intera area, con il riutilizzo delle
piazzole di stoccaggio esistenti per l’installazione di un impianto di trattamento
dei rifiuti escavati nonché una coltivazione no food.

© Copyright redazione, Riproduzione Riservata. Scritto per: TerranostraNews
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