Napoli, funicolare di Chiaia: scatta il 20esimo mese di chiusura

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 ” Ieri mattina sono rimasto colpito dal vedere un gruppetto di turisti, tra i tanti che in questo lungo ponte di primavera affollano Napoli, fermi dinanzi ai cancelli chiusi della stazione superiore della funicolare di Chiaia, come se stessero aspettando la riapertura dell’impianto, presumibilmente in mancanza di ogni indicazione del fermo e della sua durata. L’ennesima testimonianza dell’inefficienza del trasporto pubblico di linea e dell’incapacità dei pubblici amministratori della terza città italiana di gestire questo servizio, con situazioni paradossali, come quella indicata. Nel frattempo il 1° maggio inizia il 20esimo mese da quando i treni della suddetta funicolare, i quali ogni giorno trasportavano 15mila passeggeri, la maggior parte dei quali lavoratori e studenti, si sono fermati, senza peraltro che, dopo la chiusura avvenuta appunto il 1° ottobre del 2022, e per oltre un anno, si siano mai visti operai al lavoro, assestando un altro duro colpo a un trasporto pubblico che, nel capoluogo partenopeo, notoriamente fa acqua da tutte le parti, come testimoniato ulteriormente dagli eventi che si sono registrati anche di recente con i frequenti fermi sia della funicolare di Montesanto, che l’anno prossimo dovrà chiudere per i lavori di revisione ventennale, che della linea 1 della metropolitana “. A ritornare puntualmente, a ogni significativa scadenza, sulle conseguenze scaturite dallo stop imposto all’importante impianto a fune, che collega il Vomero con il quartiere Chiaia, è Gennaro Capodanno, ingegnere, presidente del Comitato Valori collinari, già presidente della Circoscrizione Vomero, da lustri impegnato a segnalare le vicende e purtroppo i malfunzionamenti che da tempo stanno caratterizzando la vita delle funicolari cittadine, fondatore sul social network Facebook del gruppo ” Gli “orfani” della funicolare di Chiaia”.

 

            ” Le ripercussioni del suddetto fermo – puntualizza Capodanno – , in questo lungo periodo di tempo, si sono aggravate anche per la totale insufficienza dei mezzi sostitutivi messi in campo dall’ANM. Solo per esemplificare, il traffico al Vomero, ogni giorno va in tilt con strade e piazze bloccate, in particolare nelle ore di punta, all’ingresso e all’uscita delle scuole, segnatamente lungo le arterie che si dipartono da piazza degli Artisti per raggiungere le altre zone della collina ma anche nel quadrilatero tra via Cimarosa, via Bernini, via Stanzione e via Annella di Massimo “.

 

            ” Al riguardo – prosegue Capodanno –  va ricordato che la costruzione di questa funicolare, la prima dei quattro impianti a fune presenti a Napoli, fu realizzata dalla ditta “Fermariello Gennaro” nel periodo tra il maggio del 1887 e l’ottobre del 1889, per essere inaugurata il 17 ottobre 1889. Dunque i lavori richiesero poco più di due anni con le tecnologie dell’epoca, con una trazione che originariamente era effettuata con motori a vapore mentre l’elettrificazione avvenne solo l’anno seguente. Oggi, con le tecnologie del 21 secolo e dopo oltre 130 anni da quell’evento, occorrerà praticamente lo stesso tempo solo per realizzare i lavori di revisione ventennale. Una vergogna! “

 ” Intanto – afferma Capodanno – non accenna a diminuire il disappunto per l’eccessiva durata del fermo dell’impianto a fune, senza peraltro che vi siano, al momento, certezze sull’andamento del cronoprogramma dei lavori e sulla data effettiva della riapertura dell’importante impianto a fune, i cui treni collegavano le due stazioni terminali in poco più di tre minuti, andando a penalizzare anche i viaggiatori che affluivano dalle due stazioni intermedie di Palazzolo e di corso Vittorio Emanuele, per i quali non è stato mai istituito un mezzo sostitutivo su gomma. Solo a fine maggio 2023, al quarto tentativo, fu aggiudicata la gara d’appalto, per un importo di poco meno di 7 milioni di euro, con lavori che però iniziarono cinque mesi dopo, nell’ottobre dell’anno scorso. Allo stato, considerando i dieci mesi indicati nell’appalto per l’esecuzione dei lavori e  i tempi per effettuare le prove finalizzate a ottenere il nulla osta dell’Ansfisa, se tutto va bene, si può preventivare, ma solo di previsione si tratta, che l’impianto non riaprirà prima dell’autunno prossimo, anche se va ricordato che, in passato, si sono verificati non pochi ritardi per analoghi lavori effettuati sugli impianti a fune del capoluogo partenopeo “.

 ” Comunque vada – conclude Capodanno -, Napoli, ancora una volta, acquisirà un nuovo primato negativo nell’ambito del funzionamento del trasporto pubblico. Difatti, alla fine, la funicolare di Chiaia sarà rimasta chiusa per circa due anni, battendo ampiamente il primato detenuto dalla funicolare Centrale che, sempre per i lavori di revisione ventennale, rimase chiusa al pubblico dal 1° agosto 2016 al 22 luglio 2017, dunque “solo” per quasi un anno a fronte dei sei mesi originariamente previsti “.

© Copyright redazione, Riproduzione Riservata. Scritto per: TerranostraNews
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