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Le prime due serate del 74° Festival di Sanremo sono state all’ insegna della buona musica neo -moderna e di spunti di meditazione sui veri valori della vita. Se anche le altre tre serate della rassegna canora saranno all’ insegna delle riflessioni sul vero senso della vita,allora ci troveremo al cospetto di un nuovo modo di coniugare lo spettacolo con riflessioni dì alto profilo umano. Per la prima volta dal palco Sanremese saranno state bandite presenze che avevano il loro essere nell’ apparire,con abiti lussuosi e corpi rifatti e con poco senso della vera vita. La prima serata è stata tutta per la storia di Giovanni Battista Cutolo denominato Giò Giò ucciso a soli. 24 anni a Napoli per difendere un suo amico insultato e preso di mira senza alcun motivo. Il ricordo della mamma che con emozione ha commentato il desiderio del proprio figliolo di suonare nell’ orchestra di Sanremo ha emozionato le anime dei presenti all’ Ariston e di tutti i telespettatori da casa. La seconda serata ha visto il ritorno dopo due anni di assenza per una grave malattia del maestro Giovanni Allevi che con un monologo sul vero senso della vita, con parole semplici ma pregnanti di valori umani e della vera bellezza hanno bagnato con lacrime di vera essenza di vita il viso dei presentì e dei telespettatori. Grande lezione di vita offerta dal Maestro Allevi: “Essere sempre grati dei doni della vita” Prima di congedarsi dal pubblico il Maestro Allevi ha deliziato tutti con un pezzo di armoniosa musica al pianoforte dopo due anni di forzata assenza. Il merito di questa metamorfosi culturale lo si deve tutto al Direttore Artistico e conduttore Amadeus che con libertà di pensiero ha saputo capire che era tempo di cambiare registro e a un festival frivolo doveva far riscontro un festival di riflessione sui grandi temi dell’ umanità quale è ” il vero senso della vita”. Se fino in fondo il percorso della rassegna canora Sanremese sarà questo, allora non si potrà più parlare di Festival nazional popolare ma di evento musicale ad alto valore culturale.
Michele Izzo