Marano, Simeoli Angelo: storia di un processo di primo grado che si trascina da 10 anni e di altri ancora pendenti

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Il processo infinito, che si trascina (primo grado) da oltre dieci anni e che vede coinvolto uno dei più importanti palazzinari della città: Angelo Simeoli, rinviato a giudizio anche in altri procedimenti giudiziari e ritenuto dagli inquirenti della Dda di Napoli punto di riferimento per il clan Polverino. Le accuse nei suoi confronti sono pesantissime e vanno dall’associazione mafiosa al concorso esterno e fino alla corruzione. Angelo Simeoli, 80 anni, è un personaggio notissimo a Marano e, in particolare, nella popolosa frazione di San Rocco.

E’ il fratello del defunto Mattia Simeoli, uomo di “rispetto” in tutta la zona flegrea, ed è il cugino di Antonio, alias “Ciaulone”, altro palazzinaro di grido della città – fondatore della Sime Costruzioni – da anni detenuto per associazione mafiosa con la fazione criminale dei Polverino.

I processi di Angelo Simeoli procedono a rilento, anzi di più: sono processi lumaca. La mancata conclusione di alcuni di essi hanno inciso e incidono su tante vicende, quella del Pip in particolare.

Il più importante processo, scaturito da un’inchiesta avviata oltre dieci anni fa dal Gico della Guardia di Finanza, è ancora pendente (primo grado) presso il tribunale di Napoli. I pm, solo di recente, hanno formulato le loro richieste di condanna: 14 anni per l’80 enne palazzinaro, e 33 anni (o giù di lì, complessivi) per i suoi figli e per il genero, Carlo Simeoli, invischiato anche in un’altra importante inchiesta.

Simeoli è stato, o forse ancora è, uno degli uomini più potenti di Marano: a lungo a capo di un impero economico e di aziende edili che hanno fatto affari anche in tanti territori del Giuglianese e del Casertano. Di Angelo Simeoli riferiscono numerosi pentiti: Roberto Perrone, Domenico Verde e Biagio Di Lanno, un tempo affiliati alla fazione criminale di Marano, ma anche collaboratori di giustizia di area casalese e giuglianese. Nel processo madre a carico di Simeoli Angelo sono coinvolti 57 imputati, molti dei quali rispondono del reato di intestazione fittizia di beni.

Il re del cemento è rinviato a giudizio, sempre assieme ai figli, anche in altri due procedimenti. Il primo langue da due anni, dopo lo spostamento da Napoli nord a Napoli; l’altro, quello che lo vede coinvolto con l’ex sindaco Bertini e i fratelli Cesaro, è in dirittura d’arrivo. Per questo filone il pm ha chiesto 10 anni di reclusione per Simeoli Angelo. Sono trascorsi tanti anni e ad oggi l’autorità giudiziaria non ha ancora stabilito se il palazzinaro Simeoli è un uomo del clan, vicino al clan o un semplice imprenditore del mattone.

© Copyright Fernando Bocchetti, Riproduzione Riservata. Scritto per: TerranostraNews
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