È viva. Ma solo perché quando è riuscita a fuggire dall’auto, col volto tumefatto e sconvolta dalle lacrime, una donna l’ha fatta salire in macchina e l’ha sottratta alla furia criminale di suo marito. Se fosse transitata su via Montecassino, a Napoli, solo qualche secondo più tardi, Nicoletta (nome di fantasia), probabilmente sarebbe morta. L’apice della disperazione si è raggiunto a ottobre scorso quando, dopo l’ennesimo episodio di violenza, la donna decide di lasciare casa e di denunciare il marito ai carabinieri di Marano. Dopo il pestaggio, dovuto anche all’alterazione per l’astinenza da cocaina, e l’aggressione alla suocera stessa, madre del quarantottenne, la vittima aveva infatti deciso di cambiare casa e di trasferirsi da un’amica. Poi, convinta dalla suocera e dal marito che le aveva promesso di cambiare atteggiamento e di lasciarla finalmente in pace, la vittima era tornata a casa. Un errore che purtroppo le è costato caro perché da quel momento in poi il bruto – sempre in astinenza da cocaina poiché impossibilitato a comprarla a causa della perdita del lavoro – ha continuato a picchiarla selvaggiamente. Tutti i giorni. Infine l’ultimo episodio, quello in cui si è sfiorato la tragedia. L’altra mattina il 48enne comincia a picchiarla ancora una volta tirando pugni, calci e schiaffi in ogni parte del corpo. Voleva denaro per comprare la dose di droga giornaliera. Dopodiché decide di portare la moglie via di casa, la obbliga a salire in macchina e la conduce da Marano, dove risiedono, fino a Napoli dove si consuma una violenza assolutamente brutale e senza precedenti. La coppia, durante il tragitto, viene anche fermata da una pattuglia della polizia che effettua un controllo in via Toledo. La donna però rassicura gli agenti, dicendo loro che sta bene e che è tutto tranquillo. Dopo una titubanza gli agenti li lasciano andare via. La vittima temeva reazioni del marito che poi sono puntualmente arrivate. Quando ripartono infatti il violento continua a picchiarla accusandola di aver attirato l’attenzione delle forze dell’ordine. Poi l’epilogo. Giunti in via di Montecassino l’uomo chiude le sicure della macchina e la pesta selvaggiamente senza pietà. Le sferra cazzotti fortissimi, le tira i capelli, le straccia varie ciocche, poi la poggia sulle sue gambe e la colpisce con una chiave inglese alla testa, infine le stringe le mani al collo nel tentativo di strangolarla. In quel momento Carmela sente la morte vicina, le manca il respiro, è allo stremo, ma con l’ultimo barlume di forza apre la portiera e scende velocemente dall’auto. In quell’istante transita la donna che le salverà la vita.
La fa salire sulla vettura e chiude la portiera con la sicura facendo di fatto finire un incubo durato anni ed anni. Carmela viene poi trasportata all’ospedale Pellegrini di Napoli dove le vengono diagnosticati 40 giorni di prognosi.
Fonte Il Mattino