De Luca, assolto il capo della sua segreteria. A Salerno i magistrati vogliono condannare il figlio Piero

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Giornata in chiaroscuro, quella di ieri, per Vincenzo De Luca. A Roma è stato assolto dall’accusa di induzione indebita il capo della sua segreteria, Nello Mastursi; a Salerno vogliono condannare il figlio Piero, deputato del Pd alla seconda legislatura, a due anni e due mesi per la bancarotta fraudolenta della società Ifil. Il caso ha voluto che nella giornata di mercoledì si incrociassero due vicende giudiziarie che non hanno nulla in comune, se non il fatto di stare a cuore al governatore della Campania.

Nello specifico, a Roma oggi è arrivata la sentenza di appello nel processo che vedeva Mastursi imputato (e condannato in primo grado col rito abbreviato a 18 mesi) di aver compiuto nel 2015 manovre su un giudice civile per evitare che De Luca – condannato in primo grado nel processo sulla costruzione del termovalorizzatore di Salerno, poi assolto in appello – venisse sospeso dalla carica di governatore in base alla legge Severino. Il coinvolgimento di un magistrato del distretto di Napoli radicò fascicolo e processo nella Capitale, mentre Mastursi lasciava l’ufficio di Palazzo Santa Lucia, la sua carica di capo della segreteria del presidente e anche il suo ruolo nella direzione regionale del Pd.

© Copyright redazione, Riproduzione Riservata. Scritto per: TerranostraNews
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