L’associazione contro le illegalità e le mafie “Antonino Caponnetto” sta seguendo con attenzione e apprensione l’evolversi della cronaca giudiziaria al Parco Verde di Caivano: violenze sessuali su due bambine di 10-12 anni protratte per almeno due mesi; la partecipazione di 6 ragazzi (ma il coinvolgimento anche di altri, in tutto forse una quindicina, e di una fascia d’età piuttosto ampia, da giovanissimi infraquattordicenni a uno o due neomaggiorenni); la probabile presenza di alcuni figli di camorristi tra i presunti stupratori, le minacce alle famiglie delle vittime per aver denunciato, guastando gli affari fiorenti dello spaccio nelle piazze del quartiere, i blitz delle forze dell’ordine e le
stese.
La Presidente del Consiglio dei Ministri, Giorgia Meloni, ha risposto all’invito di don Maurizio
Patriciello, parroco a Caivano, promettendo la bonifica del territorio attraverso controlli, cultura e riqualificazione urbana. Anche se in passato simili promesse sono durate il tempo di un telegiornale, speriamo che questa volta sia diverso. La situazione è gravissima. È il momento di passare dalle parole ai fatti. Nell’ultimo rapporto della DDA è scritto che nel Parco Verde di Caivano sono attive ben 12 piazze di spaccio. Questo vuol dire che
la camorra si è mangiato questo luogo pezzo dopo pezzo. Eppure, come giustamente ha più volte ribadito Don Patriciello: “il parco Verde è un quartiere giovane, che potrebbe essere uno straordinario laboratorio per progetti sulle future generazioni. Invece, su seimila abitanti ci 1.160 minori, ma nessun servizio”.
Di fronte a un territorio tanto segnato, l’Associazione “Antonino Caponnetto” sollecita con forza un intervento risoluto e definitivo contro la camorra all’interno del Parco Verde. Contro la violenza di ogni genere sarà, invece, fondamentale investire in cultura, che rende consapevoli della propria dignità e la dignità è il contrario della sottomissione. Non per niente, tra le vittime delle mafie ci sono anche tanti preti e educatori. Non intervenire sarebbe un indiretto lasciare libero il campo alla camorra, che riteniamo lo Stato non possa e non debba permettersi.
Caivano, associazione Caponnetto: “Più agenti e più cultura”
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