MARANO, omicidio Iannone: il giallo è ormai prossimo alla soluzione. La lite e poi l’uccisione

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E’ un uomo non ritenuto contiguo alle cosche locali la persona indagata con l’accusa di aver assassinato Vincenzo Iannone. Gli inquirenti gli contestano i reati di omicidio aggravato dalle modalità mafiose e distruzione di cadavere. Al presunto assassino del 47 enne, qualche giorno fa, sono stati sequestrati degli indumenti, il cellulare e una vettura, sui quali verranno eseguiti degli accertamenti irripetibili delegati al Ris. Il giallo, insomma, è a un passo dalla soluzione. La vittima era un piccolo spacciatore, che da anni operava nel centro storico cittadino, in prevalenza nella zona di via Casalanno, con il benestare dei clan locali. Non un pezzo grosso, dunque, ma comunque un personaggio ritenuto in qualche modo vicino al “sistema”. Chi lo ha ucciso, probabilmente utilizzando un’arma bianca, lo ha fatto per motivi economici. Tra la vittima e l’assassinio ci sarebbe stato un confronto, degenerato poi in lite. L’indagato lo avrebbe colpito a morte, insomma, e in una fase successiva avrebbe tentato di distruggere il cadavere dando fuoco all’autovettura ritrovata in via Pigno. I carabinieri di Marano, già nell’immediatezza del ritrovamento, avevano un quadro alquanto chiaro della situazione. L’indagato sarebbe stato immortalato dalle telecamere di sorveglianza di alcune abitazioni di via Pigno, un’angusta e impervia stradina che congiunge l’area dei Camaldoli con il centro della città. E’ stato anche ascoltato e sarebbe caduto in contraddizioni. La Procura, tuttavia, ha optato per la procedure più garantista: un eventuale arresto scatterà solo se gli attuali riscontri saranno confermati anche dalle perizie tecniche.

© Copyright Fernando Bocchetti, Riproduzione Riservata. Scritto per: TerranostraNews
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