La confessione di Impagnatiello sull’omicidio di Giulia Tramontano: «Era un ostacolo, io stressato»

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Lo stress per la gestione delle due ragazze e perché altri al lavoro avevano saputo della sua doppia vita sentimentale. Prima del delitto cercò in Rete «ceramica bruciata bagno». Il killer: «Ora avrebbe senso solo il suicidio»

«Ero stressato da quella situazione», non solo per «la gestione delle due ragazze» ma anche perché «ne erano venuti a conoscenza altri, anche sul mio luogo di lavoro». Alessandro Impagnatiellol’assassino reo confesso della compagna Giulia Tramontano, incinta al settimo mese, sostiene di non sapere perché ha ucciso. Dice che si sta «interrogando da ore» senza trovare risposta. «Perché non esisteva un reale motivo» se non lo stress di trovarsi, per la prima volta con le spalle al muro.

​«Era un ostacolo»

Il suo castello di bugie crolla quando Giulia e la collega 23enne, che lavora con lui al lussuoso «Armani Bamboo» di via Manzoni, si incontrano e scoprono di essere state ingannate e tradite. Non a caso, nel provvedimento con cui il gip Angela Minerva convalida il fermo e dispone il carcere — non riconoscendo però le aggravanti della premeditazione e della crudeltà — il giudice parla di «una assoluta incapacità di sopportare frustrazioni» unita a una «capacità organizzativa e manipolativa». Per il giudice «Giulia fa capire al fidanzato che la relazione è finita» ma «la ragazza è un ostacolo» perché «porta in grembo suo figlio». Tanto che «dopo l’omicidio Impagniatiello va dall’amante e la rassicura sul fatto che adesso potranno vivere la loro relazione senza problemi perché Giulia non c’è più».

© Copyright redazione, Riproduzione Riservata. Scritto per: TerranostraNews
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