MARANO, ELEZIONI, TEMPO DI GIUDIZI PER I PROTAGONISTI. CHI HA VINTO, CHI HA PERSO, CHI HA PERSO LA FACCIA E CHI HA GIOCATO D’ASTUZIA

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Tempo di indiscrezioni e rumors per la futura giunta, ma anche tempo di bilanci. La campagna elettorale è andata in archivio con la vittoria di Matteo Morra, che ha battuto in ballottaggio Michele Izzo.

Ecco le pagelle dei protagonisti.

Matteo Morra. Aveva in mente di fare il sindaco da oltre dieci anni. Non ci era mai riuscito, talvolta per i boicottaggi interni al Pd e in un’occasione per la vittoria alle primarie di Michele Palladino, all’epoca Idv e oggi, dopo altri passaggi, confluito in Fdi. Il suo gruppo è partito da lontano. Ha piazzato la bandierina a centrocampo ed è andato fino in fondo, anche quando sembrava accerchiato dai terzopolisti e da Di Fenza che chiedevano a Morra di farsi da parte. In campagna elettorale ha ripetuto che non era il caso che alcuni ex consiglieri, finiti nel decreto di scioglimento per camorra, si ricandidassero. Al ballottaggio, però, alcuni di quei voti non li ha disdegnati. Voto 10 per la strategia politica, favorita dalla cattiva strategia dei suoi avversari. Voto 3 per la coerenza.

Michele Izzo. Ha giocato la sua partita con generosità, non avendo alle spalle una grande struttura e colpendo gli avversari quasi sempre di fioretto e quasi mai di spada. Si è aperto alla polemica solo nella fase di ballottaggio, ma non è servito a recuperare il margine di svantaggio che aveva su Morra. Al suo posto altri avrebbero utilizzato ben altre strategie. Si è fidato (troppo) di qualche fedelissimo, ma soprattutto del voto popolare e non ha capito che il cosiddetto voto di opinione in questa tornata non si è visto: hanno votato perlopiù amici, parenti dei candidati, gente interessata o comunque vicina a qualche fazione. Per recuperare i voti di distacco da Morra, avrebbe dovuto fare qualche accordo, così come li ha fatti il neo sindaco nel secondo round. Non è riuscito, per scelta o per altre ragioni, a portare dalla sua parte nessuno dei sei candidati sindaco esclusi al primo turno. Voto 8 per l’impegno, la correttezza e la generosità. Voto 2 per la strategia. Qualche secolo fa, caro Michele, Machiavelli e qualche altro grande della storia ci avevano già spiegato (e bene) che certi “passaggi” in politica sono necessari.

Il Terzo polo. Italia Viva e Azione hanno portato avanti, per mesi, un solo piano, il seguente: no a Morra, progetto ampio e larghe intese. Nessun piano B, dunque. Quando Morra ha rifiutato di farsi da parte, anziché rilanciare o bluffare con un candidato di bandiera hanno preferito ritirarsi in buon ordine. Scelta legittima e coerente con il progetto iniziale, ma che alla fine ha spianato la strada proprio a colui che non volevano come sindaco. Voto 8 per la coerenza. Voto 2 per la strategia.

Gregorio Silvestri. Coordinatore di Azione, per oltre un anno ha invaso i canali social di Marano di comunicati stampa con titoloni ad effetto: “Marano merita di più, Marano di qua, Marano di là, Marano è più forte di chi la vuole debole”. Alla fine, né lui né il suo partito, hanno preso parte alla contesa elettorale. Un anno di chiacchiere, insomma. La politica è fatta di numeri e quando i numeri scarseggiano bisogna quanto meno provarci con coraggio, anche a rischio di fare figuracce. O hai i numeri, il carisma o getti il cuore oltre l’ostacolo. Altro non ve n’è. “Greg”, come lo chiama un “filosofo”, ha preferito invece starsene a casa. Voto 2,5 per l’inconsistenza progettuale. Un piano B è d’obbligo, sempre.

Teresa Giaccio. La contessa di Monteleone è stata, in negativo, la grande protagonista di questa campagna. Da anni gridava contro la sinistra, rea di aver affossato il Comune, e alla fine si è ritrovata (per non darla vinta a quelli del centrodestra che si erano candidati con Izzo e per calcoli di bottega) ad appoggiare Matteo Morra, leader del Pd ed ex assessore della giunta Perrotta. Ha portato a casa un successo personale (852 preferenze) che le permetteranno, forse, di avere un ruolo in consiglio comunale o quanto meno di continuare a galleggiare per qualche tempo. Sul piano della coerenza, però, queste scelte peseranno eccome. Voto 0 per la coerenza. Voto 9 per il risultato personale.

Stefania Fanelli. Il risultato le dà ragione: terza alle spalle di Izzo, ma se avesse avuto anche i voti di Potere al popolo e Per le persone e la comunità, sarebbe finita in ballottaggio e forse oggi sarebbe il nuovo sindaco della città. La Fanelli ha pregi e difetti politici. Non le difettano impegno ed onestà intellettuale, ma anche lei – così come il resto della sinistra radicale, ivi compresi i 5 Stelle – paga dazio per la scarsa capacità di fare sintesi o quanto meno di riuscire ad aggregare (a causa di una visione piuttosto manichea della politica) pezzi di area moderata. Tutto ciò ha consentito a Morra, che inizialmente aveva poco o nulla (il Pd e un paio di liste) di vincere con relativa facilità. E ora? A medio o lungo termine potrebbe perdere un consigliere, Savanelli, ma è l’unica nel civico consesso che, se vorrà, potrà dare fastidio a Morra e soprattutto alla sua compagnia. Voto 8,5 per il risultato. Voto 4 per la scarsa duttilità.

Menzione positiva per Insieme si può, la lista a sostegno di Michele Izzo, risultata la più votata in città.

Menzione positiva per Luigi Zavarone (Per le persone), buono il suo risultato, deve rammaricarsi per essere partito troppo tardi e per non aver dialogato (in tempo utile) con tutti per aprire un fronte più ampio.

Menzione positiva anche per Carmine Carandente (Fdi), che nel suo feudo ha raccolto una caterva di voti, molti dei quali finiti anche alla Giaccio.

Menzione negativa per Cinque Stelle. Il risultato di Danilo Di Guida, al netto di qualsiasi valutazione, è comunque deludente. Dopo due scioglimenti in poco più di sei anni, il Cinque stelle è ancora una volta a secco di seggi in consiglio comunale. Si paga dazio, anche in questo caso, per il poco radicamento, l’eccessiva presunzione o distacco dalla realtà.

Menzione negativa anche per Luigi Baiano. Il quarto posto non è male, anzi, ma lui sosteneva – a destra e a manca – di essere sicuro di finire in ballottaggio. Tradito dagli elettori in uno dei suoi principali feudi.

Menzione negativa anche per Potere al popolo. Non tanto per il risultato: quello è il loro potenziale numerico, piuttosto per non essere riusciti a fare squadra con Fanelli o 5 Stelle.

Menzione negativa anche per Forza Italia. Zero seggi in consiglio comunale e un incartamento totale sui nomi dei candidati sindaco: alla fine, dopo tante chiacchiere, si sono dovuti accontentare di Barbara Schiattarella.

Menzione super negativa per Pasquale Coppola e Lorenzo Di Marino. I due, fino a quindici giorni fa, ne dicevano una al giorno contro Morra e i suoi fedelissimi. Ma le vie della politica, si sa, sono infinite…

 

 

 

 

© Copyright Fernando Bocchetti, Riproduzione Riservata. Scritto per: TerranostraNews
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