Pronto Soccorso, tempi di attesa, ricoveri inappropriati bilanci, numero di medici e infermieri, macchinari non obsoleti: in base a questi indicatori, per la prima volta, è possibile dare una pagella su come sono guidati gli ospedali pubblici: l’Agenas ha valutato le performance dei manager di 53 ospedali pubblici, di cui 30 universitari, divisi rispettivamente per chi ha più di 700 posti letto o meno di 700 posti letto. Dallo studio (che per il momento lascia fuori Irccs e Asl) emerge che solo 9 hanno il bollino verde con un livello di performance alto e sono tutti nelle regioni del nord, 32 nella media e 12 mostrano un livello basso di prestazioni.
Tra i peggiori ci sono 4 campani: il San Pio (Benevento), Sant’Anna e San Sebastiano (Caserta) e gli universitari Luigi Vanvitelli (Napoli) e San Giovanni di Dio Ruggi d’Aragona (Salerno). L’azienda casertana è anche tra i 10 ospedali con i tempi di attesa per gli interventi di tumore più lunghi.
Luci e ombre, la Campania cresce
La Campania tuttavia risulta l’unica Regione in Italia nella quale dal 2019 al 2021 troviamo la più alta concentrazione di aziende in cui si verifica un passaggio ad una fascia più alta di performance (da bassa a media). Ed è anche la regione nella quale troviamo la più alta percentuale di miglioramento nell’area degli Investimenti dal 2019 al 2021.
Tra i 10 ospedali con apparecchiature meno obsolete infatti c’è il San Pio di Benevento, il Cardarelli e Monaldi a Napoli, insieme al S. Giuseppe Moscati di Avellino che, evidentemente, hanno fatto investimenti per rinnovare i macchinari, anche se i tre ospedali hanno ancora livelli scarsi per la cura dei tumori.
C’è poi un indicatore che si chiama «Indice comparativo di Performance» che permette di valutare, a parità di gravità del caso, la durata del ricovero: più è lungo più vuol dire che l’ospedale ha problemi organizzativi. I peggiori? S. Giovanni Di Dio Ruggi D’Aragona.
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