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C’è un nuovo governo, da oggi, e un nuovo ministro dell’Interno, l’avellinese Matteo Piantedosi (nella foto). A lui, in tanti, già si rivolgono per chiedere una “grazia”: sciolga subito il Comune di Marano, da un anno e diversi mesi guidato da tre commissari insediatisi dopo l’ennesimo scioglimento per camorra.
Il titolare del Viminale faccia uno strappo alla regola, visto che i motivi che avevano indotto il suo predecessore e gli ispettori prefettizi ad optare per lo scioglimento dell’ente non sono stati affrontati a dovere né tanto meno sono state risolte (ad oggi) gran parte delle problematiche emerse. Quali? Un breve riepilogo.
- Area Pip. Cosa è stato fatto per sanare le anomalie urbanistiche?
- Masseria del Galeota, struttura di proprietà comunale. Cosa è stato deciso per coloro che sono nelle case e non hanno mai ottenuto il benestare della giustizia amministrativa?
- Palazzina Polverino, di via Sant’Agostino, cosa è stato fatto sul fronte sgomberi?
- Ditta rifiuti rimasta al suo posto nonostante sia segnalata nella relazione dello scioglimento come una delle principali cause dello stesso. I commissari perché non hanno utilizzato le facoltà di legge previste per le revoche degli appalti così come accaduto nel comune di Sant’Antimo, anch’esso sciolto per mafia?
- Aziende interdette per mafia che continuano, di riffa o di raffa, ad operare sul territorio. Quali concreti risultati (a parte qualche sporadico blitz) sono stati ottenuti?
- Provvedimenti disciplinari ai dipendenti rinviati a giudizio nei processi. Quali determinazioni sono state assunte? Se ne parla sempre nella relazione che ha portato allo scioglimento del municipio.
- Beni confiscati gestiti, da anni, da associazioni che non li utilizzano. Nulla è stato fatto.