Al Vomero il mesto “funerale” della fu-nicolare di Chiaia

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” Quale sia il tasso di credibilità che, in poco meno di un anno da quando si sono insediati, hanno acquisito gli attuali inquilini di palazzo San Giacomo, operando in perfetta continuità con quelli che li hanno preceduti, pure sfasciando quel poco di buono che era rimasto in servizi essenziali, come il trasporto pubblico, lo si può comprendere, osservando la composta dignità con la quale gli abitanti della collina vomerese hanno reagito alla favola, che alcuni cercano ancora di propalare, sulla possibilità che, tra sei mesi, dunque dal 1° aprile, guarda il caso proprio nel giorno nel quale si festeggia il pesce d’aprile, la funicolare di Chiaia, ribattezzata, per l’occasione, fu-nicolare di Chiaia, chiusa al pubblico dal 1°ottobre, per i lavori di revisione ventennale, possa riprendere le sue corse “. A intervenire ancora una volta sull’emblematica vicenda è Gennaro Capodanno, ingegnere, presidente del Comitato Valori collinari, già presidente della Circoscrizione Vomero, da lustri impegnato a evidenziare i continui disservizi che caratterizzano il malfunzionamento del trasporto pubblico partenopeo.

 ” Infatti i 15mila passeggeri che ogni giorno, accomodandosi nei due trenini, in poco più di tre minuti dal Vomero raggiungevano la zona di Chiaia e viceversa – puntualizza Capodanno -, invece d’inveire anche con manifesti di protesta e sit-in, si sono limitati a partecipare virtualmente al” funerale” dell’impianto, chiuso oramai a tempo indeterminato, affiggendo sulla facciata dell’edificio, che ospita la stazione superiore dell’impianto a fune, un laconico quanto mesto foglio A4, sul quale si legge: “Addio ci mancherai” con il simbolo di una faccina piangente “.

 ” In verità – sottolinea Capodanno – ci vorrebbe un vero e proprio “miracolo”, invocando pure la grazia di San Gennaro, patrono del capoluogo partenopeo, per riaprire in un semestre la funicolare di Chiaia, dopo che fossero stati eseguiti tutti i lavori necessari, i quali prevedono, tra l’altro, anche la sostituzione di parti importanti degli impianti elettromeccanici. Già perché, come oramai è di dominio pubblico, al momento questi lavori non sono stati ancora appalti, anzi peggio, non è stata neppure  bandita la nuova gara per affidarli, visto che le due precedenti sono andate deserte. Insomma ci sarebbe da ridere, se non ci fosse da piangere! “.

 ” E poi, lo sanno tutti – aggiunge Capodanno -! Una volta che saranno stati eseguiti i lavori necessari, bisognerà mettere in campo tutte le attività tecnico-amministrative per poter far ripartire l’impianto. Prima i collaudi e poi occorrerà che l’apposita commissione dell’USTIF, l’ufficio speciale trasporti a impianti fissi, che fa capo al ministero delle infrastrutture e della mobilità sostenibili, venga a Napoli e, dopo aver effettuato tutte le verifiche del caso, rilasci il cosiddetto “nulla osta”. Insomma, anche alla luce di precedenti analoghe esperienze, è proprio il caso di tirare in ballo il noto adagio: “Campa cavallo che l’erba cresce” “.

 

© Copyright redazione, Riproduzione Riservata. Scritto per: TerranostraNews

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