MARANO, CASE COSTRUITE DALLE COOPERATIVE, CITTADINI INFURIATI: “VOGLIAMO VENDERLE MA IL COMUNE NON CI FA RISCATTARE LE SUPERFICI”. E’ UNA DELLE TANTE VICENDE OSCURE DI QUESTI TEMPI

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Chiedono di ottenere il riscatto del diritto di superficie, ma le procedure al Comune sono ferme o in alto mare. I fatti sono segnalati da diversi geometri del territorio, che assistono clienti che molti anni fa opzionarono e acquistarono abitazioni costruite da cooperative edilizie ma su suoli di proprietà comunale. Quelle case, dopo un certo numero di anni, dovrebbero finire nel patrimonio dell’Ente cittadino. In pochi lo sanno, ma lo sanno di certo coloro che quelle case le vorrebbero vendere. Un sistema c’è: versare al Comune l’importo che consenta agli occupanti di riscattare il cosiddetto diritto di superficie. Una possibilità, quest’ultima, contemplata dall’ufficio tecnico cittadino – che affisse anche un manifesto nei corridoi dell’edificio comunale – e che consentirebbe all’Ente (in default finanziario) di incassare un bel gruzzoletto. “All’ufficio tecnico nessuno vuole più occuparsene – spiegano alcuni geometri del territorio – Tale atteggiamento impedisce ai nostri clienti di poter vendere le abitazioni acquistate a suo tempo: gli istituti di credito, infatti, pretendono che chi contrae il mutuo abbia maturato il riscatto del diritto di superficie”.

Non è l’unico aspetto fermo al Comune di Marano e all’ufficio tecnico. E’ calato il mistero, anzi il sipario, sugli sversamenti dei liquami nell’alveo dei Camaldoli. Acqua sporca che sgorga dai bagni delle case. Quei liquami si perdono poi nel mare di Licola e Varcaturo. Tante le abitazioni ancora non in regola, tanti coloro che, seppur dotati di pozzi, non effettuano gli espurghi.

E ancora: tutto fermo per il complesso del Galeota, sulla carta di proprietà comunale; tutto fermo per il Pip, anch’esso in gran parte del Comune ma con una situazione di allucinante anarchia all’interno; tutto fermo, anzi mistero, sulla commissione paesaggistica e sulle nome su cui si attendono informative delle forze dell’ordine. Un macello nel macello, purtroppo avallato dai commissari poco attenti al territorio, alle sua dinamiche e a quel che ancora accade in certi uffici.

 

© Copyright Fernando Bocchetti, Riproduzione Riservata. Scritto per: TerranostraNews
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