Le pillole di storia di Arturo D’Alterio. Il circolo degli Scipioni

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Il Circolo degli Scipioni. La più grande rivoluzione culturale del mondo romano ebbe origine nei campi flegrei, nelle località di Liternum e Miseno. Publio Cornelio Scipione Africano scelse la sede di Liternum, per realizzare quanto non era riuscito a portare a termine. Osteggiato dalle calunnie di Catone il Censore, perse la fiducia del Senato, vedendosi ritirato ogni incarico. La scelta di Liternum, quale luogo dell’esilio volontario, ebbe luogo per diversi motivi. Vicina strategicamente alle località turistiche di Baia e Bacoli, mete preferite dei senatori romani. I rapporti con i suoi fedelissimi continuarono, senza sosta, nel periodo dell’esilio volontario. Nello stesso tempo i trecento veterani della gloriosa seconda guerra punica che già popolavano Liternum, gli assicuravano una sicura protezione. Situazione ideale, per poter continuare a tessere la trama di quella tela, che avrebbe portato Roma ad essere riconosciuta “Roma caput mundi”. La rivoluzione culturale passata alla storia, come “l’ellenizzazione dell’Impero Romano”. Alla sua morte avvenuta nel 183 a.C., tale ideale venne raccolto dalla figlia Cornelia, nel suo ritiro di Miseno (1). Soprattutto attraverso l’educazione data ai due figli, Tiberio e Gaio, figli del Console Tiberio Sempronio Gracco. I migliori educatori greci si avvicendarono nell’educazione scolastica. La Scuola stoica di madre Cuma rappresentava in quegli anni, la più alta espressione degli insegnamenti ateniesi nei territori italici. In età adulta, il suo precettore Blossio da Cuma divenne il consigliere politico di Tiberio Gracco, quando fu nominato Tribuno della Plebe (2). Il Circolo degli Scipioni fa riferimento ad un gruppo di nobili romani, seguaci degli ideali di Scipione l’Africano (1), i quali verso la metà del III secolo a.C. si resero protagonista a Roma di attività politiche ed interessi letterari, filosofici e culturali in generale. Furono i promotori dell’espansione dell’ellenismo nella cultura romana. Si scontrarono in campo politico con i conservatori difensori della tradizione romana, avversi alla riforma agraria e della schiavitù, basata sui principi democratici dell’Antica Grecia. In un campo più prettamente filosofico furono i promotori dell’ideale di humanitas, ove non solo il romano, bensì l’uomo in quanto tale, fu messo al centro degli interessi e dei comportamenti umani.

Note

(1) Storia Romana, Theodor Mommsen.

(2) Tiberio Gracco e Blossio da Cuma. Filosofia e politica a Roma nel secolo degli Scipioni. Fernando La Greca.                                                                                                      (3) Cicerone, De amicitia. “…Qualis erat Scipionis in nostro,ut ita dicam, grege”

Dott. Arturo D’Alterio

 

 

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