“La scuola in presenza è e deve restare una priorità non solo per il governo, ma per tutto il Paese”. Mentre il sottosegretario all’Istruzione Rosano Sasso scriveva questo post su Facebook, nel pomeriggio di oggi, 7 gennaio, arrivavano le prime ordinanze per le chiusure delle scuole a macchia di leopardo.
Ma il rischio di scontro tra governo e Regioni è altissimo: a partire dalle decisione del governatore della Campania, Vincenzo De Luca, che da giorni sosteneva la necessità di procrastinare la riapertura delle scuole dopo le feste. Forte anche dell’appello lanciato giovedì da 2 mila presidi, De Luca ha annunciato nella sua diretta social del venerdì che lunedì non riapriranno le scuole campane, perché «non ci sono le condizioni minime di sicurezza», e ha chiamato in causa il governo colpevole, a suo dire, di non aver preso «decisioni serie ed efficaci» ma di aver «perso tre mesi senza fare niente».
Qualche ora dopo è arrivata la risposta del governo: da palazzo Chigi fanno sapere che sono pronti a impugnare la decisione. Per l’impugnazione servirà un passaggio in Consiglio dei ministri.
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