Napoli nord, il centrosinistra fa il “pieno” di scioglimenti per mafia. Negli ultimi 24 mesi 4 comuni sciolti e altri in odor di azzeramento. Ecco cosa è accaduto negli ultimi anni

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Quattro Comuni della provincia sciolti per infiltrazioni mafiose nell’arco di due anni, due che presto potrebbero subire analoga sorte e altri attenzionati dalla prefettura di Napoli. E’ un tema, quello delle ingerenze della criminalità organizzata negli enti locali, che tiene banco già da diverse settimane ed è tornato prepotentemente in auge dopo lo scioglimento del Comune di Villaricca, amministrato fino a pochi giorni fa dall’avvocato Maria Rosaria Punzo, esponente del Partito democratico.

Prima di Villaricca, era toccato al Comune di Marano, sciolto per la quarta volta nell’arco di un trentennio, anch’esso amministrato da un primo cittadino, Rodolfo Visconti, iscritto al Pd. E ancora, andando a ritroso nel tempo, la scure del Consiglio dei Ministri si era abbattuta sul municipio di Sant’Antimo, sciolto il 3 maggio di un anno fa. Anche in quel caso, alla guida dell’ente cittadino c’era un sindaco, Aurelio Russo, proposto qualche anno prima dai democratici. Una giunta di sinistra, guidata da Fiorella Esposito, era stata mandata a casa in anticipo anche ad Arzano, dove lo scioglimento (il terzo della storia del municipio) si è materializzato nella primavera di due anni fa. Arzano tornerà al voto in autunno, dopo oltre due anni di commissariamento, ma il clima in città resta teso e in tanti lanciano allarmi su liste e candidati che parteciperanno all’imminente tornata elettorale.

Il deputato Gianluca Cantalamessa, componente della commissione nazionale antimafia, non ricorre a giri di parole: “Ho chiesto al governo, in relazione alle ultime vicende di natura criminale, se sia a conoscenza della delicata situazione in cui versa Arzano – spiega l’esponente leghista – e se intenda rafforzare i controlli per escludere il rischio di un pesante condizionamento malavitoso nelle nuove consultazioni elettorali”.

Analogo allarme è stato lanciato ieri, per il comune di Afragola, dal senatore Sandro Ruotolo. L’esponente del gruppo Misto ha fatto riferimento “ai segnali inquietanti che giungono dalla presenza, in alcune liste, di personaggi collegati direttamente o indirettamente con ambienti della criminalità organizzata”. L’attenzione sui comuni da parte della prefettura, durante la gestione Valentini, è stata altissima. Il prefetto di Napoli, proprio di recente, ha disposto l’invio degli ispettori anche nei comuni di San Giuseppe Vesuviano e Castellammare di Stabia, che presto dunque potrebbero aggiungersi a quelli già sciolti. Particolarmente delicata, infine, è la situazione nel comune di Melito (si voterà ad ottobre), dove una recente inchiesta giudiziaria ha svelato intrecci inquietanti tra la sfera politica-amministrativa (in un passaggio viene citato il defunto sindaco Antonio Amente) e il clan Amato-Pagano, egemone in molti territori a nord di Napoli. Per questo specifico caso, tuttavia, la prefettura non ha ritenuto di dover inviare una commissione di accesso agli atti.

In questo ultimo anno e mezzo, dunque, molte amministrazioni – targate centrosinistra – sono state rase al suolo dai provvedimenti ministeriali. In passato i politici di questa parte politica avevano spesso accusato il centrodestra di essere in alcuni casi vicina ad ambienti di malaffare e malavita. In realtà la camorra, in provincia di Napoli, è trasversale e si appoggia su chiunque abbia possibilità di vincere. Un tempo, non lontanissimo, si stringevano patti tra i candidati sindaco e i boss che li sostenevano e nelle liste finivano talvolta diretti rappresentanti di mafiosi; ora è un po’ diverso: le mafie puntano un po’ su tutte le liste, indipendentemente se si tratti di destra, centro o sinistra. Si pesca nel mazzo e utilizzando perlopiù giovani rampolli e colletti bianchi, ma non tanto per tentare di fare grosse speculazioni, quelli dell’edilizia ad esempio, ormai non più proponibili come negli anni Ottanta e Novanta, ma per avere contatti buoni negli uffici pubblici, per rimediare concessioni edilizie, per avere un occhio di riguardo sugli abusi, per accelerare pratiche, per aggiudicarsi qualche somma urgenza, incarichi di consulenza negli enti, per ottenere progettazioni, per piazzare dipendenti e stagionali nelle ditte dei rifiuti, per avere voce, ad esempio, nel varo dei piani urbanistici.

Il centrosinistra (è storia) a Napoli nord, tra Marano, Mugnano, Villaricca, Qualiano, Giugliano, Sant’Antimo, Arzano, Grumo Nevano, Quarto, Calvizzano, Melito, Casoria, Casavatore, Afragola, Frattamaggiore, Castellammare di Stabia e diverse zone del Vesuviano, Boscoreale, Boscotrecase, San Giuseppe Vesuviano, Ottaviano, si è saldato al sistema di potere a partire dalla fine degli anni Ottanta. Le relazioni, gli intrecci, poi, si sono consolidati verso la metà-fine degli anni Novanta. Per un certo periodo, soprattutto durante l’epopea berlusconiana, le pratiche clientelari-mafiose sono state il tratto distintivo anche di diverse giunte di centrodestra. Il fenomeno, dunque, è trasversale e nessuno può sentirsi immune da condizionamenti, diretti o indiretti.

© Copyright Fernando Bocchetti, Riproduzione Riservata. Scritto per: TerranostraNews
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