Napoli 2021. La verità di Moretto: lascio la Lega per le decisioni di Nappi sulla IV Municipalità

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Consigliere Moretto, davvero ha lasciato la Lega solo perché il Carroccio ha rinunciato al simbolo a favore di una lista civica per questa tornata elettorale?

«C’è in primis una questione politica. Se la Lega e Salvini tenessero realmente alle sorti di Napoli, questa sarebbe stata l’occasione propizia per farsi accettare dalla terza città d’Italia. Per dire ai napoletani: noi ci siamo, dopo aver cercato di far dimenticare per anni le boiate che diceva Salvini quando era un giovanotto. Abbiamo ribadito il nostro attaccamento al progetto, mettendoci la faccia. Provengo dal Msi. Prendevamo il 3, il 4, il 5%. Nonostante questi risultati non abbiamo mai rinnegato le nostre scelte. Adesso ci viene detto che la scelta leghista è in realtà una scelta civica. Questo è il dato politico di sostanza.»

Ci sta dicendo che non è mai stato consultato sulla scelta di presentare una lista civica chiamata “Prima Napoli”, invece che la lista di partito col simbolo?

«No, nonostante fossi il responsabile Enti Locali cittadino. Che rispetto hanno dimostrato questi signori leghisti nei confronti della loro classe dirigente napoletana e dei militanti? Nessuno è stato interrogato né ha potuto esprimere il suo pensiero. Dall’alto ha deciso Salvini che non si andava col simbolo.»

Scusi, ma non vi è stato l’assenso dei dirigenti regionali e locali?

«La Lega locale ha pensato di agire in questo modo perché alle scorse regionali il signor Severino Nappi (coordinatore cittadino della Lega ndr) ha consentito nuovi ingressi nel partito per farsi la campagna elettorale. Oggi paga pegno per ricompensarli.»

Concretamente di quali pegni parla?

«Appena è arrivato, gli hanno consegnato il partito in mano, nominando persone a lui vicine come responsabili di municipalità. Sulla Quarta Municipalità ha deciso lui chi dovesse essere il candidato presidente.»

Si riferisce a Giuseppe Basile, ex Forza Italia, già candidato presidente nel 2016?

«E’ il remake del 2016 quando fui ostacolato da Forza Italia. Con Armando Coppola (ex presidente della Quarta Municipalità, attualmente consigliere comunale di Forza Italia) che era il presidente uscente e Basile il suo vice. Pretesero che Coppola si candidasse al consiglio comunale e che Basile facesse il candidato presidente di Municipalità. Ci fu un’opposizione all’interno del centrodestra da parte dei militanti del territorio perché i forzisti hanno sempre fatto man bassa di candidature con prepotenza, senza confronto. Coppola pretese un suo uomo sulla Municipalità in quanto amico di Paolo Russo (parlamentare di Fi ndr). Non volendo più essere schiacciati da questi personaggi, nel 2016 in molti si candidarono con due liste civiche, prendendo 2200 voti, e Basile non fu eletto.»

Usando un vocabolo di moda, quale sarebbe la variante oggi?

«La variante è che allora combattevamo contro Forza Italia, oggi i nemici me li ritrovo in casa.»

Consigliere, ma non è che aveva lei l’ambizione di essere il candidato presidente di 4a Municipalità in quota Lega?

«Non è una questione di ambizione. Quando ho avuto notizia che Nappi proponeva Basile, avrei potuto ostacolarlo dicendo: a questo punto mi propongo io. Immaginando che il coordinatore regionale Grant dicesse: “Come facciamo a dire di no a Moretto? Un consigliere storico, il più votato sulla Quarta Municipalità”. Non sarebbe stata una pretesa. Anche perché nel 2016 proposi un’altra persona. Mi sono reso semplicemente disponibile. Invece ho trovato un muro.»

Lei viene da una storia politica di destra. E’ realistico un suo sostegno al candidato del centrosinistra, Gaetano Manfredi, per queste elezioni?

«I dirigenti della Lega mi stanno costringendo a renderla un’ipotesi da prendere in considerazione. Se ci sono questi personaggi a destra, di cosa mi dovrei preoccupare? Io devo scappare da questa gente. Dato che si parla di “Progetto Napoli”, analizzerò ogni proposta, chiunque sia il candidato. Se sarà sostenibile, io non sarò né di destra, né di sinistra, ma un uomo politico con un determinato bagaglio culturale che metto a disposizione della città. Spero in un governo di salute pubblica della città che metta insieme le migliori energie ed intelligenze. Napoli è come l’Italia prima dell’arrivo di Draghi. Deve ripetersi lo stesso cambio di passo anche qui.»

Le piace la lista Azzurri per Napoli coordinata da Lanzotti?

«Non mi piacciono le personalizzazioni. Voglio capire chi sono i protagonisti del rinnovamento. Poi si vedrà.»

© Copyright Emiliano Caliendo, Riproduzione Riservata. Scritto per: TerranostraNews
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