Gentile direttore, voglio raccontarle quello che mi è accaduto negli ultimi giorni. Ho 65 anni e soffro di alcuni problemi alquanto fastidiosi, tra cui il reflusso gastroesofageo. Ho provato in questi giorni a contattare il mio medico di base, che opera nel centro di Marano, ma al telefono (quello dello studio) nessuno si è mai degnato di rispondere. Ho così contattato la segretaria chiedendole di inviarmi la prescrizione richieste presso una farmacia della zona, in modo tale da non disturbare il medico ed evitare di recarmi allo studio professionale in questo momento particolarmente critico a causa delle arcinote questioni legate al Covid.

Dopo aver sollecitato l’invio di questa prescrizione, mi sono recata in farmacia ma della ricetta non ve ne era traccia. Ho ricontattato medico e segretaria, anche con messaggi whatsapp e alla fine, dopo tanti tentativi, sono riuscita ad averla in farmacia. Quando sono riuscita, poi, a interloquire con il mio medico, che non si degnava nemmeno di rispondere al telefono, nemmeno sul suo cellulare privato, mi sono sentita dire che era meglio “se mi cercavo un medico più corretto e una segretaria più disponibile”. A quel punto mi sono veramente arrabbiata e ho riferito al medico che, il giuramento di Ippocrate, la più basilare forma di educazione e rispetto per le persone, imporrebbero che lui avesse un comportamento adeguato e serio nei confronti dei pazienti. Premetto che il mio medico non è nuovo (lo ha fatto anche con altri assistiti) a simili uscite e a una simile mancanza di tatto.

Lucia (Marano)

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