Sono la Sifilide e la Gonorrea, due malattie note fin dall’Ottocento. Attualmente sono abbastanza rare e, dopo un’esatta diagnosi, possono essere curate con idonee terapie antibiotiche.
Sifilide Primaria
Come si manifesta A livello vulvare o sul glande si manifesta dopo 20-30 dal contagio con la comparsa di una formazione sopraelevata tondeggiante grande circa 2 cm (sifiloma) che ben presto si ulcera al centro.
Gli esami sierologici (nel sangue) sono però ancora negativi, cominceranno a diventare positivi solo 20 giorni dopo la comparsa del sifiloma.
Se non viene fatta la diagnosi, perchè il paziente sottovaluta la comparsa di questo segno caratteristico e non chiede una consulenza specialistica, la malattia evolve nei due altri stadi (secondario e terziario) che interessano ormai poco l’apparato genitale esterno, essendo la sifilide una malattia generalizzata.
Gonorrea
Come si manifesta Il gonococco, battere responsabile di questa malattia, ha una predilezione per le mucose dell’apparato riproduttore e quindi inizialmente può dare secrezioni purulente emesse dalla vagina o dal pene, ma molto rapidamente si estende al canale cervicale femminile. La sua presenza viene diagnosticata effettuando un tampone vaginale e cervicale nella donna e uretrale nel maschio.
Se trascurata, la gonorrea può diventare cronica e quindi di difficile cura. In più, può provocare alcune modificazioni delle mucose tubariche determinando la sterilità.
MALATTIE SESSUALI DI ORIGINE VIRALE
Sono principalmente l’AIDS, l’Herpes Virus di tipo II, il Papilloma Virus.
Aids
È una malattia di recente comparsa, sostenuta dal virus HIV e diventata famosa per la sua gravità e mortalità. Inizialmente diffusa in gruppi a rischio (omosessuali maschi e tossico-dipendenti) si è in seguito diffusa anche ai soggetti eterosessuali.
La gravità della malattia è legata al fatto che il virus HIV infetta il sistema immunitario dell’ospite, via via annientando la sua capacità di difendersi da altre malattie.Tra il contagio e la sieropositività (possibilità di evidenziare il contagio attraverso un esame del sangue) passano almeno sei mesi (periodo finestra).
La sieropositività non è ancora la malattia conclamata, ma è il periodo in cui il soggetto può a sua volta trasmettere il virus. Tra questo periodo e la malattia vera e propria può passare un tempo molto lungo e attualmente è possibile ritardarne l’esordio.
Herpes Virus di tipo II
È un virus appartenente alla famiglia del virus della varicella e dell’Herpes di tipo I (herpes labiale). L’Herpes di tipo II agisce, in questo caso, sulle cellule della mucosa dei genitali esterni maschili e femminili e si manifesta con una o numerose vescicole che poi si rompono liberando i virus e facilitando il contagio. Tali vescicole sono molto dolorose e portano all’ingrossamento dei linfonodi inguinali (stazione linfonodale a livello dell’inguine).
Esiste una terapia antivirale idonea che riduce la possibilità di insorgenza di nuove vescicole e allevia quindi il dolore.
Infezione da Hpv (Papilloma virus)
Questa infezione è sostenuta dal Papilloma virus, di cui esistono svariati tipi. Alcuni danno l’insorgenza dei conditomi acuminati prevalentemente localizzati ai genitali esterni, sia nel maschio che nella femmina, neoformazioni rilevate e pruriginose.
Altri danno modificazioni delle cellule di passaggio tra il tessuto del collo dell’utero e quello del canale cervicale. Tali modificazioni possono lentamente interessare strati via via più profondi del tessuto fino a trasformarlo, in una piccola percentuale dei casi, in un tumore del collo dell’utero. Se fino a qualche tempo fa l’esame cardine per la diagnosi precoce era il Pap-test, da alcuni anni ad affiancarlo è arrivato il Test HPV, meno noto ma a volte molto più efficace.
Nell’uomo “portatore” la diagnosi della presenza del virus è più difficoltosa e più raramente può sfociare in un tumore del pene.