Tutte le “mbroglie” maranesi raccontate da Terranostranews nel corso degli anni. Dal Giudice di Pace alla palazzina dei Polverino. Ma arresteranno mai qualcuno?

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Anni di scandali, di vicende amministrative inquietanti. Anni, gli ultimi tre o quattro, nei quali Terranostranews ha informato la cittadinanza su vicende che non avrebbe mai avuto modo di apprendere, considerando l’omertà della stragrande maggioranza dei politici locali e la mancanza di “palle” e qualità professionale di alcuni siti locali.

Breve riepilogo di tutto ciò che abbiamo scoperto e raccontato negli ultimi anni.

  1. Palazzina di via Sant’Agostino. Immobile realizzato dalla famiglia Polverino, abusivo, per il quale il Comune ha impiegato 27 anni per completare un procedimento di acquisizione al proprio patrimonio. L’ente ha perso un ricorso al Tar e al Consiglio di Stato perché qualcuno ha “dimenticato” di inserire nelle memorie difensive del Comune le notifiche relative ai provvedimenti emanati nel 1992 e perché qualche furfante dell’ufficio tecnico dichiarò procedibile l’istanza di condono edilizio di un bene che era già del Comune.
  2. Immobili di via Antica Consolare Campana. Abusivi, furono acquisiti dal Comune nel lontano 2007-2008. Da allora, però, gli inquilini hanno continuato a versare canoni agli ormai ex titolari. Nessuno sgombero è stato eseguito per anni e solo di recente l’ente cittadino ha provveduto a mettere nero su bianco la destinazione d’uso. Dovrebbe sorgere, ora, una casa rifugio. Ma l’iter burocratico è nelle mani degli uffici comunali, che dovrebbero portarlo a termine.
  3. Garage Orlando. Capannone abusivo e attività commerciale portata avanti, per anni e anni, su un terreno di proprietà del Comune di Napoli. Solo nel 2017 il Comune si è accorto che c’era qualcosa che non andava, ma dopo mille peripezie e l’intervento finale dei carabinieri. Il bene fu sequestrato, dissequestrato e poi affidato al municipio partenopeo. Per quella storia due vigili sono rinviati a giudizio per aver favorito il clan Orlando.
  4. Ristorante la Cerasella, di via Recca, locale in cui si sono tenuti anche numerosi meeting politici. Era abusivo, ma per arrivare alla chiusura dell’attività ci sono voluti ben 25 anni. Anche in quell’occasione per notificare gli atti di chiusura, qualcuno impiegò la bellezza di 40 giorni. 40 giorni per arrivare dal municipio a via Recca. La struttura doveva essere abbattuta, ma non si è saputo più nulla.
  5. Il ristorante Il Grifone di via Barco è un altro caso irrisolto. Abusivo già dal periodo della gestione Bertini e segnalato dalla commissione di accesso agli atti nella relazione che, nel 2004, portò allo scioglimento del Comune (la giunta fu poi reintegrata dal Tar). Ad oggi nessun abbattimento e nessuna acquisizione al patrimonio comunale. La struttura, in origine, era riconducibile alla famiglia Felaco, nota per i legami con i clan locali.
  6. Il mega capannone adibito alla vendita di materiale edile a ridosso del cimitero. Era abusivo e i fatti erano noti da almeno 40-50 anni. Solo un anno fa la chiusura.
  7. E abusivo era anche il capannone della Vallesana Metalli di via Falcone. Anche lì la scoperta soltanto nei mesi scorsi, dopo anni e anni di apertura al pubblico. Lo sgombero è stato rinviato dal Comune, giunta Visconti, per ben tre volte. Un caso assurdo, insomma.
  8. Abusivi erano anche la ferramenta di via Mallardo e i mini appartamenti realizzati alle spalle del negozio. Il Comune intervenne tra il 2018 e il 2019. Non è chiaro, al momento, se gli occupanti li abbiano liberati o se qualcuno continui a soggiornare lì e a pagare un canone agli ex titolari.
  9. Via Platone, altra palazzina abusiva, acquisita al patrimonio comunale nel 1996, per la quale il Comune si è mosso, dopo le insistenze della Procura, solo un anno e mezzo fa. Famiglie sgomberate (alcune ignare dei provvedimenti vecchi del Comune) e assegnate, di recente, ad altre famiglie del territorio.
  10. La scuola di San Rocco, quella ubicata tra la piazzetta e la curva. Abusiva. Ma il Comune continua a versare canone di affitto ai titolari. Nessun provvedimento, nonostante i vecchi annunci, è stato finora adottato.
  11. Ed è da ritenersi un bene sequestrato alla camorra e per giunta non in regola sotto l’aspetto urbanistico la struttura che ospita la scuola Garden House, realizzata da una società della famiglia Simeoli. Il caso è scoppiato solo un anno e mezzo fa, quando il Comune ha emesso una serie di ordinanze. Oggi l’immobile è gestito da un curatore giudiziario.
  12. Scandalosa è anche la gestione della villa confiscata di via Marano-Quarto, affidata 8 anni fa a un’associazione che non l’ha mai utilizzata per i fini sociali previsti dalla legge. Un’associazione molto vicina all’attuale all’ex assessore Di Luccio.
  13. L’asilo nido di piazzale Dalla Chiesa, mai ultimato, è un altro super scandalo. Fondi regionali gettati alle ortiche e responsabilità mai individuate. I lavori furono fermati per le palesi “sbadataggini” e dimenticanze del Comune e di qualche tecnico ed ex tecnico comunale. Una storia inquietante mai approfondita dall’autorità giudiziaria.
  14. Allucinante è invece il caso dell’ufficio del Giudice di Pace, che il Comune, per non aver mai completato l’iter per gli espropri del terreno su cui sorse, ha incredibilmente perso (quasi tutto) a scapito dei privati. Una struttura sorta con fondi regionali ed europei che dovevano essere impiegati per un centro per l’impiego. Il collocamento non c’è e la struttura che ospita gli uffici giudiziari non è più (totalmente) dell’ente, che deve corrispondere a due noti privati, germani Cavallo, anche centinaia di migliaia di euro a titolo di indennità di occupazione.
  15. Sul Pip, altra “mbroglia” in salsa maranese, abbiamo scritto di tutto e di più. Nulla si sa, invece, su quando sarà finalmente aperto il varco che dal Pip porta a Qualiano. Strada costata fior di quattrini ancora off limits.
  16. Su Palazzo Merolla, masseria del Galeota, su cui tanto abbiamo scritto, sono in corso giudizi in sede di giustizia penale. Per masseria Galeota ancora fermi gli sgomberi dei non aventi diritto. Per l’ampliamento cimiteriale, nonostante l’ultima integrazione in Consiglio comunale, c’è ancora incertezza sui tempi per la consegna dei loculi a chi ha già da tempo pagato. Chiarezza e trasparenza zero.
  17. La struttura che ancora oggi accoglie i locali dell’Asl era ed è sprovvista di contatore idrico. Pagano i maranesi, insomma.
  18. La casa realizzata sulla parete retrostante della caserma dei vigili, abbattuta solo di recente dopo quasi 15 anni di silenzi.
  19. Lo stadio comunale costruito sul suolo del comune di Napoli senza mai avvisare quel municipio. Wow!
© Copyright Fernando Bocchetti, Riproduzione Riservata. Scritto per: TerranostraNews
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