Al Trianon il ricordo del grande Nino Taranto, l’attore scomparso 33 anni fa

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Trianon
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La memoria del grande artista, ancora attuale nella sua città e nell’ambiente teatrale, è stato celebrato a 33 anni dalla scomparsa grazie all’iniziativa della Fondazione Nino Taranto, che ha dedicato al lavoro e alla vita intensa e creativa dell’attore una serata particolarmente ricca di interventi e contributi. Nel Teatro Trianon, nel cuore della Forcella che lo vide nascere, il 19 febbraio si sono stretti nel ricordo attori e amici che hanno condiviso con Nino Taranto la sua lunga carriera, o semplicemente lo hanno conosciuto e voluto bene, lo hanno seguito nei teatri, alla televisione, al cinema.
La sua irriverente creatività comica, il suo talento poliedrico, le qualità professionali e umane con le quali l’artista ha attraversato il ‘900, sono rimasti nel cuore di molti, specie nella sua Napoli. Come si potrà leggere nell’ autobiografia Una vita per Napoli, che uscirà in maggio grazie alla casa editrice Homo Scrivens. Per raccontare l’artista e condividerne il ricordo abbiamo intervistato un attore, Fulvio Pastore, cultore appassionato del lavoro di Nino Taranto che ha condiviso il palco con l’artista per ben 2 stagioni, e partecipe del clima culturale di passione e dedizione per il lavoro teatrale. Chiediamo così a Fulvio Pastore quale sia stata l’eredità che ci ha lasciato Nino Taranto:
“E’ un’eredità che arricchisce la storia dello Spettacolo. Taranto ha portato la napoletanità molto oltre i confini locali e contestualmente è andato oltre la napoletanità, come i De Filippo attori. Artista a tutto tondo, è stato un modello di comicità come anche di drammaticità, spaziando da Pisano-Cioffi a Pirandello, da Viviani a Di Giacomo e cavalcando Teatro, Radio, Televisione e Cinema. Il Commendatore Taranto, come mi piace ricordarlo, è un personaggio assolutamente singolare tra i primi-attori della sua generazione. A differenza di altri, in scena non ha mai “coperto” gli attori della Compagnia; anzi, se qualcuno poteva emergere e prendersi un effetto o un applauso, lui glielo facilitava.
In Compagnia aveva un atteggiamento paterno e considerava i suoi attori come familiari. Pur essendo famoso e “numero 1”, si relazionava a tutti con semplicità, con umiltà e col massimo rispetto”.

E’ molto interessante questo punto di vista così caldo e vicino all’artista; avere conferma della sua sensibilità umana oltre che del suo talento; ci viene da chiederci anche se oggi possiamo indicare, riconoscere, eredi artistici di Nino Taranto. Se la sente di fare un nome?
“Sono cambiate moltissime cose. E’ cambiato il modo di fare impresa teatrale; è cambiato il senso della professionalità; è cambiata la sensibilità del pubblico. Non vedo, qui tra noi, attori così completi; capaci di usare sia le corde comiche che quelle drammatiche; capaci di cantare, di ballare, di intrattenere. Pur con le differenze del caso, potrei individuare in Giacomo Rizzo un attore che assomma tutte insieme quelle medesime abilità”.
E in effetti ringraziamo Fulvio Pastore per accostato al talento di Nino Taranto un attore molto amato, a cui tanto siamo affezionati, come Giacomo Rizzo; pensiamo infatti alle opere teatrali dialettali, che sono state recitate, ma anche “create” da Giacomo Rizzo, ai suoi film, fino alla sua incredibile interpretazione in L’amico di famiglia di P. Sorrentino. Grazie Fulvio Pastore per averci accompagnato in questo breve percorso di memorie e di memoria.
Emilia Pirozzi

© Copyright 2019 Emilia Pirozzi, Riproduzione Riservata. Scritto per: TerranostraNews
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