Cattive frequentazioni degli amministratori, lavori affidati a ditte amiche o in odor di mafia: ecco perché è stato sciolto il comune di Calvizzano

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Sono state rese note le motivazioni alla base dello scioglimento del consiglio comunale di Calvizzano, decretato nei giorni scorsi dal Consiglio dei ministri.

Motivazioni che in parte avevamo già anticipato. La commissione d’indagine, che per molti mesi ha operato a Calvizzano, ha riscontrato una continuità amministrativa tra la precedente amministrazione comunale e quella guidata dal defunto sindaco Salatiello. Gli ispettori della prefettura hanno rilevato, di concerto con le forze dell’ordine chiamate ad indagare, pregiudizi di polizia e condanne penali, anche per reati associativi di carattere mafioso.

Alcuni esponenti del civico consesso avrebbero avuto – secondo quanto descritto nella relazione di scioglimento – assidue frequentazioni con personaggi in odor di camorra, in particolare con esponenti del clan Orlando e Nuvoletta, e ambienti border line.

Altro punto dolente è la gestione degli appalti e dei lavori, spesso sotto soglia o con procedure di somma urgenze, affidate a ditte gravate da interdittive antimafia o collegate agli amministratori comunali, in particolare al defunto sindaco e ad alcuni consiglieri, da rapporti di amicizia o parentali. Il Comune inoltre non ha mai aderito alla Stazione Unica Appaltante, organismo posto a garanzia del buon andamento delle procedure di gara.

 

© Copyright 2018 Fernando Bocchetti, Riproduzione Riservata. Scritto per: TerranostraNews
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