In un torrido pomeriggio e con le aule e i corridoi deserti della Corte d’appello di Napoli la presidente della terza sezione Eugenia Del Balzo ha emesso, nell’aula 311, la sentenza per gli affiliati al clan camorristico dei Di Lauro operante nella zona di Scampia, quartiere dell’area Nord di Napoli. Soltanto nove imputati hanno scelto il rito abbreviato sia nel primo sia nel secondo grado di giudizio. Il resto tutti a processo ordinario che è ancora in corso.

Confermate le condanne per Francesco Forte, dieci anni e otto mesi; anche per Raffaele Celentano e Ciro Tarantino la stessa pena (dieci anni e otto mesi). L’altro fratello Tarantino, Daniele, la pena di diciotto anni e sei mesi. Il dispositivo ridetermina la pena invece per chi era punto di riferimento e pontiere tra l’Italia e la Spagna nel traffico di droga: Marco Assegnati (difeso dall’avvocato Beniamino Mammarella) che oltre ad aver ottenuto le attenuanti generiche riceve la pena di dodici anni e sei mesi di reclusione con uno sconto di quattro anni. I fratelli De Lucia, Paolo e Sergio, hanno ricevuto rispettivamente sei e otto anni di carcere. Angelo Molino otto anni e sei mesi. Infine Giovanni Spinelli ha ricevuto uno sconto di pena: da diciotto anni e otto mesi a quindici e quattro mesi.

Furono eseguite, nel 2013, centodieci ordinanze di custodia cautelare, emesse dal gip del capoluogo campano, su richiesta della Dda partenopea, ed eseguite dai carabinieri del Ros e del Comando provinciale. I reati contestati agli indagati sono di associazione di stampo camorristico, traffico internazionale di stupefacenti, tentativo di omicidio e detenzione di armi, tutti aggravati da finalità mafiosa. Gli arresti sono stati eseguiti sia nel capoluogo campano sia in altre zone d’Italia. Al centro delle indagini il traffico di cocaina proveniente dalla Spagna e destinato ad alimentare le piazze di spaccio dell’area napoletana. Una parte quindi delle sentenze sono state emesse a luglio 2016. Gli altri difensori degli imputati sono: D’Avino, Abbate, Pellino, Cantelli e D’Alise.

Mario Conforto

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