Marano, Bertini e Santelia e quelle grandi operazioni sospette. L’ex sindaco custodì per un mese (non si sa dove) le buste di gara di Palazzo Merolla

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Bertini e Santelia, Santelia e Bertini. Un binomio che ritroviamo in tantissime operazioni effettuate dal Comune di Marano negli anni immediatamente a ridosso o successivi ai Duemila. Mauro Bertini, ex sindaco indagato per corruzione nell’ambito dell’inchiesta Pip, Armando Santelia, per anni suoi fido dirigente all’ufficio tecnico comunale. Entrambi hanno pure lo stesso avvocato, Ivan Filippelli. Tante sono le stranezze, le anomalie, le analogie, i corsi e ricorsi che accompagnano il percorso amministrativo dei due.

Bertini, in qualità di capo dell’amministrazione comunale, dal 1993 al 2006, lega il suo nome a tante operazioni o concessioni rilasciate dall’ufficio tecnico sotto le sue dipendenze. Le più eclatanti sono le seguenti: Pip, ampliamento cimiteriale, palazzo Merolla, palazzina di via Casalanno e complesso residenziale del Galeota.

Santelia (non indagato sull’area Pip, ndr), in qualità di responsabile dell’ufficio, è colui che esegue materialmente gli atti di natura tecnica.

Tutte quelle operazioni – come si evince da indagini, ricostruzioni storiche e sentenze – sono in odor (e anche di più) di camorra.

Il Pip viene affidato ai fratelli Cesaro e Santelia falsifica, per sua stessa ammissione, un documento di gara. Bertini nomina il consulente dei Cesaro, Nico Santoro, quale coordinatore del progetto Pip. Lo nomina con un decreto sindacale, senza bando né avviso pubblico. I Cesaro sono in carcere, così come Antonio Di Guida, Bertini è indagato per corruzione.

Via Casalanno. Palazzina prospiciente al convento francescano, in parte sfregiato da quell’intervento. La Dia viene rilasciata dall’ufficio diretto da Armando Santelia, rinviato a giudizio e poi assolto per prescrizione nell’ambito del processo Simeoli. Il palazzo viene realizzato dalla Laura sas, società schermo di Antonio Simeoli, meglio noto come “Ciaulone”, condannato per associazione camorristica in primo grado. La ditta è stata confiscata dallo Stato.

L’ampliamento cimiteriale (il secondo) viene varato anch’esso sotto la gestione Bertini. Vince l’appalto la ditta Mastromimico di San Cipriano d’Aversa. I titolari della Mastromimico sono in carcere da tre anni e la ditta è stata confiscata dallo Stato. E’ una ditta di camorra, legata a una fazione del clan dei Casalesi.

Complesso residenziale del Galeota. La Dia viene rilasciata dall’ufficio tecnico diretto, manco a farla apposta, da Armando Santelia, indagato per corruzione e assolto per prescrizione. Il complesso del Galeota, dichiarato abusivo dopo oltre 10 anni e dopo una lunga indagine della magistratura, è realizzato da una ditta di Angelo Simeoli, alias “Bastone”, indagato per reati associativi con il clan Polverino. Bastone è citato anche nell’ordinanza del Pip: si sarebbe interessato agli espropri dei terreni ed aveva solidi rapporti con i Cesaro e alcuni tecnici di Marano.

Palazzo Merolla, il palazzo della Cultura. Il Comune lo acquista dalla Tiziana costruzioni, ditta intestata a Ferdinando Chiarolanza, ritenuto dai magistrati prestanome di Antonio Simeoli e condannato di recente dal tribunale di Napoli per intestazione fittizia. Palazzo Merolla viene acquistato dal Comune per la cifra di 1 miliardo e 200 milioni di vecchie lire. Pochi giorni prima la Tiziana costruzioni lo aveva acquistato dagli eredi Merolla a poco più di 300 milioni.

I lavori di palazzo Merolla vengono affidati, dopo bando di gara, alla Mastromimico di san Cipriano (ribasso del 27,770 per cento), la stessa che si è aggiudicato anche l’appalto per i lavori al cimitero. La stessa ditta che, qualche anno dopo, si scoprirà essere contigua al clan dei Casalesi. La Mastromimico gestisce i lavori di restyling aggiudicandosi un appalto per oltre 2 milioni di euro. La determina è la 329 del 2005.

Trenta sono le ditte che presentano domanda, ma vinse quella di san Cipriano d’Aversa. Nel verbale di gara del 5 agosto del 2005 (a capo dell’ufficio tecnico c’è sempre Santelia) c’è scritto testualmente:

“Alle ore 13,30 del 5 agosto del 2005 le buste della gara vengono date in custodia al sindaco Mauro Bertini. In data 6 settembre del 2005 le buste sono state riconsegnate a quest’ufficio”. In calce al verbale c’è anche la firma di Santelia.

Bertini, insomma, porta a casa (o in altri posti) le buste di gara. Le trattiene con sé un mese e le riconsegna agli uffici comunali. Una pratica a dir poco anomala e a dir poco sospetta. Quei plichi contenenti le offerte di gara per palazzo Merolla Bertini se li tiene con sé e li restituisce un mese dopo all’ufficio diretto da Armando Santelia.

 

 

 

© Copyright Fernando Bocchetti, Riproduzione Riservata. Scritto per: TerranostraNews
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