Marano, dai Polverino (passando per Mariano Riccio) agli Orlando: tre “gestioni” criminali azzerate in pochi anni

0
7.075 Visite

Tutto inizia nell’estate del 2012, quando gli uomini di Mariano Riccio invadono Marano. Fino ad allora il clan Orlando era un gruppo autonomo, a conduzione familiare, composto da una decina di persone e con base operativa in via Merolla. Il giovane ras di Melito, genero di Cesare Pagano, oltre ad avere i suoi uomini si circonda di un gruppo di una decina di maranesi capitanati dall’ambizioso Antonio Ruggiero e dichiara guerra a quei pochi affiliati del clan Polverino ancora attivi sul territorio nonostante la decapitazione del gruppo avvenuto nel maggio 2011. Gli Orlando, come i pochi esponenti ancora attivi del gruppo Nuvoletta (saranno arrestati di lì a poco), sono di fronte una scelta: dichiararsi neutrali ed aspettare la vittoria di uno dei due gruppi, oppure schierarsi con Riccio o con i reduci della vecchia gestione.

Gli Orlando decisero di non sostenere Riccio, che voleva infliggere il colpo di grazia ai vecchi padrini e ai loro seguaci. Il giovane boss rimase spiazzato, fece un passo indietro e si limitò a “controllare” le piazze di Mugnano e Melito. Uscito di scena Riccio e il suo gruppetto di “rivoltosi”, tutti arrestati o vittime di agguati tra il 2014 e il 2015, gli Orlando decisero di radicarsi sul territorio in modo capillare e dividere gli introiti con il rimanente gruppo dei Polverino, quello di “For ‘o truglio”. La città, in quel periodo, è praticamente divisa in due gruppi: i Polverino (pochi), guidati da Giuseppe Simioli, alias ‘o Petruociolo, latitante, e gli Orlando, capitanati da Antonio Orlando, meglio noto come “Mazzolino”, anch’egli latitante.

Si andrà avanti così fino all’estate di quell’anno, quando dopo diversi scontri tra i due gruppi, emergerà il carisma criminale di Armando Lubrano, alias Armandino, e di altri personaggi che gravitano nella zona dei “Carrisi”, tutti guidati e coordinati dal latitante Antonio Orlando. Gli Orlando, dopo alterne vicende, riusciranno ad inglobare nel loro gruppo anche i componenti dell’ala polveriniana, siglando una sorta di accordo con Salvatore Ruggiero, il figlio del boss Giuseppe, meglio noto come “Geppino Cepp ‘e fung”. Gli Orlando, a quel punto (siamo nell’estate del 2015), diventano i “padroni” di Marano. Il resto è storia recente: racket, traffico di droga e controllo capillare del territorio: non solo Marano, ma anche Quarto, Calvizzano e in parte Qualiano. La struttura della fazione criminale è di tipo “piramidale”, con a capo Antonio Orlando affiancato dai suoi fratelli, Gaetano e Raffaele, detto Papele.

Sotto di loro, invece, il gruppo operativo, composto dai loro nipoti, ovvero i fratelli Raffaele, Armando e Vincenzo Lubrano, Lorenzo Nuvoletta (figlio del boss Ciro), Raffaele Veccia, meglio noto come come ‘o Maresciallo, e Angelo Orlando, alias “o’ Malommo”. Altra figura di spicco è quella di Gennaro Sarappo.

© Copyright Fernando Bocchetti, Riproduzione Riservata. Scritto per: TerranostraNews
  • Fascinated
  • Happy
  • Sad
  • Angry
  • Bored
  • Afraid

Commenti