Numerosi gli appalti nel mirino degli inquirenti. Coinvolto anche l’ex assessore e ora consigliere regionale Pasquale Sommese, ex demitiano di ferro. In particolare, al centro dell’indagine, è finito il ” vasto giro di corruzione” che sarebbe stato organizzato da Guglielmo La Regina, il professionista giá coinvolto lo scorso anno nello scandalo sulla ricostruzione di Palazzo Teti Maffuccini (costato una indagine a carico dell’ex presidente regionale Pd Stefano Graziano poi completamente prosciolto).
La Regina, legale rappresentante dell’Archicons s.r.l., con altri due imprenditori dell’area di Casal di Principe, e insieme con Alessandro Zagaria, ritenuto un referente un soggetto che ricorreva come intermediario in tante stazioni appaltanti, nonché personaggio vicino al clan dei casalesi, (gruppo dell’omonimo padrino Zagaria), è ritenuto l’uomo che aveva rapporti con funzionari e politici e che veicolava accordi e dazioni corruttive. In poche parole, per gli investigatori era lui l’artefice del “sistema”.
Originario di Cimitile, Sommese, secondo l’ipotesi accusatoria, si sarebbe prodigato per garantire il finanziamento per un appalto nel comune di Cicciano con fondi regionali di opere pubbliche progettate da un imprenditore a sua volta indagato. La contestazione per Sommese riguarda l’affidamento del servizio di direzione, misurazione e contabilità, assistenza al collaudo nonché coordinamento sicurezza in fase di esecuzione dei lavori e per l’affidamento delle opere inerenti l’intervento “Le Porte dei Parchi” a Francolise, Alife, Rocca d’Evandro e Calvi Risorta. Il consigliere regionale Sommese e un suo fidato collaboratore sarebbero intervenuti come referenti di due società per garantire il finanziamento con fondi regionali delle opere pubbliche progettate da una società napoletana.
Oltre che per Sommese, il gip ha disposto il carcere anche per suo fratello.
Questa mattina, un’ordinanza bis è poi stata notificata all’imprenditore Alessandro Zagaria, già detenuto in un carcere di massima sicurezza dal luglio scorso proprio per la vicenda di Palazzo Teti. Arrestato insieme all’ex sindaco Biagio Di Muro, è ritenuto l'”anello di congiuntura” tra la politica e il clan dei Casalesi.
Come detto, l’inchiesta delegata alla guardia di finanza, si basa su una serie di appalti che sarebbero stati truccati a suon di mazzette e infiltrazioni camorristiche in ambienti politici e imprenditoriali.
Oltre che a Santa Maria Capua Vetere, gli appalti finiti nel mirino della Dda sono stati banditi per i comuni di Piedimonte Matese, Riardo, Casoria, Cicciano ed Alife e riguardano molti beni di interesse storico e archeologico.
Filo conduttore tra la prima parte dell’inchiesta e la retata di questa mattina la “faccendiera” Loredana Di Giovanni, di Mugnano di Napoli, cognata dell’ex sindaco del Pd di Mugnano Daniele Palumbo. La donna è nota per aver portato voti a Sommese durante l’ultima campagna elettorale per le Regionali. Il suo ruolo, emerge dalle indagini, sarebbe stato quello di consegnare tangenti ai politici per conto degli imprenditori. Dall’aprile dello scorso anno, momento in cui è finita ai domiciliari, sta collaborando con la procura.
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