Marano, l’ufficio tecnico comunale: tra veleni, denunce e controdenunce. Ma c’è dell’altro: bisogna dire basta alle “eccessive confidenze”

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E’ ancora tempo di veleni all’ufficio tecnico comunale, con strascichi che porteranno dritto nelle aule dei tribunali. Pochi mesi fa un imprenditore di Marano aveva denunciato alcuni dipendenti del comparto, tra cui una funzionaria, per abuso d’ufficio e falso ideologico.

La denuncia era stata preceduta da un durissimo scontro verbale che si era consumato negli uffici dell’ente e che aveva visto protagonisti lo stesso imprenditore e un paio di dipendenti comunali, tutti con ruoli di primo piano.

Alla base dello scontro un’autorizzazione edilizia non prorogata. Erano volate parole grosse, con l’imprenditore che si era affidato ad un legale per promuovere una causa legale. Il tutto è stato inoltrato alla Procura di Napoli nord.

La risposta dei dipendenti del comparto non si è fatta attendere: è arrivata infatti la controdenuncia per le presunte minacce all’indirizzo dei dipendenti.

Le azioni legali, promosse da ambo i lati, stanno procedendo speditamente. Sono stati o saranno interrogati a breve i protagonisti della vicenda. L’imprenditore denunciante ha sempre sostenuto di aver ricevuto un torto dagli uffici comunali e di aver a suo favore “carte e testimoni”. Nelle prossime settimane se ne saprà di più. Le lamentele, le polemiche riguardanti la gestione del comparto tecnico non sono mai mancate a Marano.

L’ufficio, che a breve si arricchirà di due capi settore, è da sempre attenzionato, anche dalle forze dell’ordine e dalla magistratura. Vecchie inchieste, corroborate dalle dichiarazioni di alcuni pentiti, hanno fatto luce su alcune inquietanti vicende: quella del Galeota, di via Casalanno, con il diretto coinvolgimento di alcuni dipendenti ed ormai ex dipendenti, assolti tuttavia per prescrizione del reato o nel merito. La Corte che si è espressa nel processo Simeoli, conclusosi qualche mese fa con la condanna dei re del mattone di Marano, in un passaggio della sentenza riferisce che non è provato che i tecnici del comune di Marano abbiano voluto favorire il disegno criminoso del clan Polverino, ma è evidente che il loro agire ha comunque favorito, in un modo o nell’altro, le società dei Simeoli. Molto ci sarebbe da dire anche sul Pip, per anni mai oggetto di controlli da parte dei dirigenti e funzionari che si sono alternati a Marano. Responsabilità che avrebbero dovuto assumersi soprattutto i capi-area e i dirigenti, pagati profumatamente dall’Ente.

Oggi l’ufficio tecnico è scevro da condizionamenti malavitosi o di natura illecita? A nostro avviso è più libero rispetto al recente passato, anche se qualche operazione edilizia ci ha lasciato particolarmente perplessi. In questi mesi abbiamo proposto tanti esempi: dagli abusi di Città Giardino alle sopraelevazioni di via San Rocco, dalla costruzione vicino all’alveo a tanto altro. In qualche caso avevamo visto giusto, in altri invece pare proprio che le norme e i regolamenti urbanistici avallino le tesi dei tecnici istruttori. Siamo rimasti perplessi anche da altre situazioni, che non riguardano però la sfera dell’urbanistica.

Ciò che più inquieta è però altro: ancora oggi, infatti, nei locali dell’ufficio tecnico di via Nuvoletta si aggirano tecnici o imprenditori da sempre ritenuti vicino all’imprenditoria deviata della città: personaggi (incensurati) che per anni hanno fatto il bello e il cattivo tempo nell’ambito delle costruzioni private. Non si può chiedere a queste persone di non recarsi più negli uffici, in passato però “vietati” ad altri addetti ai lavori, e non possiamo nemmeno pretendere che siano i dipendenti ad allontanarli non essendo personaggi gravati da condanne definitive o interdizioni dai pubblici uffici. Bisogna però stare attenti, molto attenti alle pratiche e alle concessioni edilizie da rilasciare per specifiche zone del territorio e, soprattutto, ai criteri e alle modalità di “accoglienza” negli uffici comunali. Tutti devono essere trattati in egual modo, senza “fiacchezze o eccessive confidenze”, così come hanno sottolineato i commissari straordinari nella nota diramata venerdì. Attenzione massima deve essere prestata anche alle gare, sia che riguardino i piccoli sia che riguardino i grandi importi. Sull’abusivismo, ancora dilagante, bisogna fare ancora di più e bisogna dotarsi in fretta anche di apparecchiature che possano supportare il lavoro di chi segue tali situazioni.

 

© Copyright Fernando Bocchetti, Riproduzione Riservata. Scritto per: TerranostraNews
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