Sit-in promosso da un gruppo di avvocati stamani all’esterno della sede del Giudice di Pace. La struttura, gestita al momento da sei comuni dell’hinterland, è nuovamente a rischio chiusura dopo la revoca della delibera con la quale il Comune di Giugliano si era impegnato a dirottare negli uffici di Marano due dipendenti.
Gli avvocati che hanno protestato stamani, le associazioni forensi del territorio, Aiga e Palumbo, chiedono il rispetto degli impegni assunti dal Comune di Giugliano e sperano in un intervento ministeriale. Il ministero, sulla scia di quanto già accaduto nel quartiere Barra, dovrebbe accollarsi le spese di gestione della struttura maranese. Ma è un’ipotesi, quest’ultima, che appare di difficile attuazione.
La querelle sul mantenimento del presidio giudiziario di Marano si trascina ormai da molti mesi. Per domani i rappresentanti dei comuni sono stati convocati dal presidente del tribunale Napoli nord Elisabetta Garzo.
Marano, intanto, dopo il dietrofront di Giugliano – che non partecipa alle spese di gestione – ha deciso di fare la voce grossa. L’ente comunale, infatti, anticipa quelle spese per tutti gli altri comuni del mandamento. Per gli ultimi due anni Marano ha già sborsato all’incirca 250 mila euro. “Se gli altri enti non collaboreranno – spiega il prefetto Antonio Reppucci – indipendentemente dalla questione Giugliano, saremo noi della commissione straordinaria a decidere di staccare la spina. Il nostro Comune è quasi in dissesto finanziario e non possiamo accollarci ulteriori oneri”.
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