Sparatoria al Centro direzionale: il racconto dei testimoni

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«Ci diceva piangendo che l’ex marito non accettava il divorzio». A riferirlo è Paolo Sibillo, titolare dello “Store centro ingrosso” dell’isola E3 al Centro direzionale di Napoli, che ha messo a disposizione tutto il suo personale sia nell’assistenza alla coppia ferita, sia dal punto logistico alla polizia intervenuta. Per redigere il verbale delle prime informazioni sulle indagini gli agenti hanno usato gli spazi interni. «Abbiamo subito dato sedie, coperte e acqua». Un pomeriggio magro per l’attività commerciale. Sì perché l’ingresso principale, a causa delle vittime, distese proprio lì davanti, è stato bloccato dalle forze dell’ordine. Nessuno poteva passare. È stato, di seguito, aperto l’accesso di sicurezza nel retro dal quale la clientela poteva entrare nel magazzino. Dei fogli A4: «Si entra dalla galleria» ne indicavano l’apertura. «Abbiamo, in effetti, avuto un black out di quattro ore da quando è avvenuta la sparatoria e di conseguenza un calo delle vendite». Infatti, le migliaia di persone erano solo attratte dalla scena del crimine. La coppia non è stata fatta entrare, come ha spiegato Sibillo, perché il sangue scorreva come una fontana. Infatti, il pavé sotto il porticato era tutto insanguinato. La polizia scientifica è arrivata sul posto dopo un’ora, intorno alle 15 e andata via verso le 17. «L’importante, alla fine, è aver fatto di tutto per quelle due persone disperate», il commento finale di Sibillo.

 

© Copyright Mario Conforto, Riproduzione Riservata. Scritto per: TerranostraNews
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