Marano, Comune sciolto per camorra: la nomina dei commissari continua a slittare. E’ tempo di riflessioni sul patto politica-camorra degli ultimi 20 anni

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La nota diramata dal Consiglio dei ministri, con la quale è stato annunciato lo scioglimento del Comune per infiltrazioni della camorra, risale a otto giorni fa. Ma l’arrivo dei nuovi commissari, che dovranno subentrare al viceprefetto Franca Fico, continua a slittare. Il decreto di scioglimento dell’Ente non è nemmeno arrivato negli uffici del municipio. Gli atti ufficiali, con l’indicazione dei nomi dei nuovi commissari individuati dal Ministero dell’Interno, saranno depositati non prima dell’inizio della prossima settimana. Al Comune, nel frattempo, si respira un clima a dir poco surreale.

Da un lato il commissario uscente, che ha di fatto congelato le procedure più importanti in attesa dell’arrivo dei funzionari ministeriali; dall’altro alcuni dirigenti che, al contrario, continuano a sottoscrivere determine e atti. Alcuni di questi riguardano le posizioni organizzative dei vari comparti amministrativi; altri, invece, si riferiscono alle liquidazioni (compensi aggiuntivi agli stipendi) per i dipendenti comunali che hanno preso parte ai progetti per il recupero dell’evasione Ici.

Il toto-commissari, intanto, è già partito da tempo. Il nome più gettonato, lanciato da Terranostranews, è quello di Antonio Reppucci, ex commissario di governo ai tempi dell’emergenza rifiuti del 2008 ed ex prefetto di Perugia, rimosso dal suo incarico dopo alcune esternazioni sul tema droga e famiglia. Il prefetto Repucci, originario di Palma Campania, dovrebbe essere affiancato dai funzionari ministeriali Federica De Caro e Francesco Greco.

A Marano è anche tempo di bilanci. Con lo scioglimento per camorra si è chiusa, in pratica, un’epoca durata circa vent’anni. Un’epoca di giunte di rosse, di centrosinistra, con la sola eccezione degli esecutivi guidati da Cavallo (per un anno solo) e Liccardo, in carica per tre anni. A Marano, è bene ricordarlo, la presenza della camorra è sempre stata forte, anche negli anni Ottanta, quando i destini del Comune erano decisi dal clan imperante in quel periodo, il clan Nuvoletta.

Erano giunte targate Dc e spesso sostenute, come quella di Di Lanno, sciolta nel 1991 per infiltrazioni della malavita da ampi strati della sinistra cittadina. Negli anni Novanta e in quelle successive, a parte la tornata elettorale del 1993, nessuna elezione è stata realmente libera dai condizionamenti delle famiglie di camorra.

Dal 1996 in poi Marano ha vissuto la stagione, la seconda stagione (dopo quella che aveva portato allo scioglimento nel 1991) del compromesso tra centristi e sinistra, Popolari, Margherita, Rifondazione, Ds, Comunisti Italiani e sigle varie, tra politica e imprenditoria deviata, diretta in questo caso dal clan Polverino, uscito vittorioso dallo scontro con i Nuvoletta negli anni Novanta.

Il disastro definitivo si è compiuto nel 2001, periodo in cui sono entrati in giunta o in Consiglio personaggi espressione diretta di palazzinari oggi agli arresti o finiti nel mirini della magistratura o giovani virgulti comunque espressione di famiglie con pedigree malavitoso. Nel 2004 l’ente era stato sciolto per camorra e gli estremi, a rileggere quelle carte, c’erano tutti. Il Tar, però, reintegrò la giunta Bertini sulla base di dati e situazioni che meriteranno un apposito articolo.

In quel periodo o giù di lì sono stati ideati i progetti, Pip, cimitero, Giardino dei ciliegi e alcune lottizzazioni edilizie, che hanno poi condizionato tutte le altre amministrazioni comunali.

Bisogna far chiarezza su quel periodo buio della storia di Marano, far emergere le responsabilità, penali o politiche, di alcuni protagonisti di quella stagione amministrativa: ex sindaci, ex assessori, consiglieri comunali, esponenti politici sovracomunali ma anche e soprattutto dei tecnici legati alla malavita che ancora oggi sono ricevuti con tutti gli “onori” negli uffici comunali.

 

© Copyright Fernando Bocchetti, Riproduzione Riservata. Scritto per: TerranostraNews
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