Regionali 2015, l’operazione (non riuscita) per portare Carandente alla guida del distretto sanitario di Marano. Le intercettazioni di Di Guida, Carandente, De Biase e gli incontri con Bove

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Tra i tanti episodi elencati nel corposo fascicolo investigativo relativo ai casi di voto di scambio, oggetto dell’inchiesta della Procura di Napoli nord, figura anche quello relativo al dottor Vincenzo Carandente (indagato), in servizio da anni presso il distretto sanitario di Marano.

Carandente – secondo quanto accertato dagli inquirenti – aspirava a diventare direttore del distretto, carica per la quale aveva già concorso con esisto negativo nel luglio del 2014. Antonio Di Guida, socio e amico dei Cesaro, perorava la causa di Carandente parlandone a più riprese con Luigi Cesaro, coinvolgendo nella question Vincenzo Cacciapuoti, medico dell’ospedale di Giugliano nonché cognato di Raffaele Cesaro, la cui moglie è anche cugina di Carandente. Cacciapuoti avrebbe avuto un ruolo di collegamento con Pasquale Bove, medico mugnanese anch’egli indagato, il quale avrebbe dovuto esercitare pressioni o quanto meno condizionare la scelta di Iovino Agnese, in quel periodo (2015) commissario straordinario dell’Asl.

In questo affare Antonio Di Guida avrebbe avuto un interesse diretto e si sarebbe attivato particolarmente per conseguire il risultato. Egli, scrivono gli inquirenti, si sarebbe così assicurato un punto di riferimento in uno strategico comparto come quello della sanità. Il dirigente Carandente, così come i suoi consiglieri e assessori dell’epoca, nonché il funzionario comunale De Biase, avrebbe dovuto costituire uno dei componenti della”squadra” da piazzare nei posti chiave della pubblica amministrazione, per finalità prevalentemente clientelari. Il 27 aprile del 2015 Di Guida discuteva della nomina futura di Carandente con il dirigente comunale De Biase.

La conversazione è intercettata negli uffici maranesi di Di Guida.

Di Guida: “Il fatto tuo gliel’ho domandato…dice (riferimento a Cesaro Luigi): Sommese Pasquale..cioè è fatto”.

De Biase: “Sì, secondo me si sarà opposto pure Iacolare (riferimento a Biagio Iacolare), ma comunque..

Di Guida: “no, no, no”.

De Biase: “Però te l’ho detto, se tu vuoi spingere per qualche altra cosa” .

Di Guida: “No, ma quello l’Asl (si riferisce a Carandente) è una cosa che voglio fare pure io, ma il fatto è che non lo fanno adesso…

De Biase: “Non lo fanno ora…

Di Guida: “La Iovino è rimasta qua come commissario e quindi fino a dopo le elezioni”.

De Biase: “Va bene, ma poi ti volevo dire..”

Di Guida: Gigì, quello non è uno sfizio, quella che interessa pure a me”.

De Biase: “E Vabbuò, quella è una cosa..”

Di Guida: “Allora sentimi, io domani sera alle 9 ho appuntamento a Sant’Antimo con Armando (Cesaro, ndr).

Di Guida: “Glielo dico io e ti chiamo mercoledì mattina”.

L’incontro a Sant’Antimo avveniva effettivamente e il 29 aprile Du Guida riferiva il tutto a De Biase.

Di Guida: “Poi ieri ho fatto la cosa per Vincenzo Carandente”.

De Biase: “Per il direttore del distretto?”

Di Guida: “Eh, ma sembra che si faccia dopo le elezioni, con la delibera”..

Di Guida: “Perciò ora ci interessa questa cosa, ora facciamo…andiamo a mangiare io, Vincenzo Carandente, Pasquale (Bove, ndr)…e Enzo Cacciapuoti”.

De Biase: “Pasquale Bove vota per te?”.

Seguono altre frasi in cui Di Guida spiega all’interlocutore del suo forte interesse per la vicenda.

Di Guida veniva in seguito intercettato anche al telefono con Bove, il quale gli riferiva di esser intenzionato ad organizzare una lista di Forza Italia per il rinnovo del consiglio comunale di Mugnano. Nel corso delle indagini, sono state censite numerose telefonate tra lo stesso Bove e Armando Cesaro, candidato alle regionali in quel periodo.

Il 30 aprile del 2015 un altro episodio faceva sobbalzare gli investigatori. Secondo quanto appurato, Carandente Vincenzo si sentiva già in debito di riconoscenza con Di Guida, che si stava attivando con i Cesaro per la sua promozione.

Di Guida infatti veniva contattato al telefono dal fratello, Raffaele, titolare di fatto di un esercizio commerciale a Villaricca, sottoposto a controllo da parte dei Nas. Di Guida junior aveva chiesto l’intervento di Carandente sul posto in modo da evitargli eventuali sanzioni. Di Guida era indispettivo per i modi espliciti utilizzati dal fratello in una conversazione telefonica e per questo motivo troncava subito la telefonata.

Tuttavia, il Di Guida Antonio contattava effettivamente Carandente e, dopo qualche ora, lo ricontattata il fratello Raffaele, facendogli capire che tutto era terminato senza conseguenze, proprio per l’intercessione di Carandente e nonostante le numerose irregolarità riscontrate.

In seguito Di Guida e Carandente, che avrebbero poi discusso dell’intervento di mediazione ad opera di Pasquale Bove per ottenere la carica di direttore del distretto, tornavano a parlare di quel controllo nell’esercizio commerciale del fratello di Guida e il Carandente, con parole testuali, riferiva al Di Guida delle numerose irregolarità riscontrate, aggiungendo: “però a tuo fratello ci vogliono gli schiaffi”, precisando ancora che i Nas avevano scritto quel che aveva detto lui”, che si era recato a Villaricca pur non essendo territorio sotto la sua giurisdizione. Di Guida lo ringraziava per l’intervento effettuato.

Per discutere della sua nomina Carandente e Di Guida si incontrano poi con Bove e, durante il tragitto in auto, Carandente chiede a Di Guida se Bove si sarebbe adoperato per la sua nomina. Di Guida, implicitamente, faceva capire che tutto dipendeva dalla sua capacità di orientare verso Armando Cesaro il suo bacino elettorale. L’incontro tra i tre si tiene a Monteruscello.

 

© Copyright Fernando Bocchetti, Riproduzione Riservata. Scritto per: TerranostraNews
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