
A Marano succede anche questo: che un barbiere si svegli la mattina e decide di trasformarsi in giurista. Il Figaro nostrano, novello Sabino Cassese, penna improvvisamente raffinata e ispirata, ha partorito (o meglio, gli hanno fatto partorire) un articolo in difesa dell’amministrazione sciolta per infiltrazioni mafiose. Un pezzo che, a leggerlo, denota una conoscenza assai approssimativa della legge, e forse anche una discreta amnesia selettiva dei fatti. Perché a giudicare dai contenuti, pare evidente che non abbia letto nemmeno la relazione prefettizia e non conosca la legge sugli scioglimenti, che non è imperniata su attività di carattere penale. Lo scioglimento di un ente, barbiere, è una misura preventiva amministrativa.
Il suo “trattato” sul diritto amministrativo fa sorridere: spiega, con sicurezza che lo scioglimento sarebbe “basato su presunzioni” e “basi poco solide”. Nel frattempo, critica la Prefettura, la DDA, la DIA, la Procura e perfino il Ministero dell’Interno. Tutti incompetenti, pare. Tranne lui. Lui con citazioni copiate da Google, e con il contributo del personaggione degli uffici, si erge a paladino della democrazia locale contro “le suggestioni dello Stato”.
Peccato che nel suo “pezzo giuridico” non compaiano mai le parentele. Eppure, le parentele, anche di primo e secondo grado, ci sono eccome. E a Marano — guarda caso — ce ne sono parecchie, “assai complicate”, a partire da quelle dei stretti congiunti del sindaco, vice Sindaco e di alcuni consiglieri. Legami, ma anche frequentazioni che la relazione prefettizia documenta con dovizia di particolari, ma che il barbiere-giurista si guarda bene dal toccare. E tacciono, nel suo racconto, anche gli affidamenti disposti senza documentazione antimafia, le ditte interdette che hanno continuato ad operare per assenza di controlli, e la gravissima vicenda della scuola di San Rocco, dove le anomalie amministrative e i collegamenti ambientali descritti nel decreto di scioglimento sono più che dettagliate. Evidentemente, tra un taglio e l’altro, queste parti della relazione gli sono sfuggite. Alla voce “eventi”, poi, il decreto è chiarissimo: capitoli interi dedicati alle gestioni opache, alle pressioni e alle influenze esercitate nella scelta delle iniziative pubbliche. Da informazioni raccolte dal nostro portale, pare che il barbiere e la sua cerchia abbiano avuto un ruolo non marginale nelle decisioni su alcune attività e sfilate di moda, divenute ormai la specialità di chi confonde la passerella con la trasparenza amministrativa. Eventi anch’essi segnalati dall’organo ispettivo. Tutto irregolare, barbiere.
Ora, va bene tutto, ma serve un minimo di misura. Per commentare un provvedimento di scioglimento servono studio, competenza e rispetto, non due frasi copiate da internet o suggerite dal solito personaggio che cerca di ripulirsi l’immagine con forbici e brillantina. E allora, caro barbiere-giurista, un consiglio spassionato: lascia il diritto amministrativo a chi lo conosce e torna a fare ciò che ti riesce meglio, i tagli.
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