Condizioni igieniche a dir poco precarie quelle in cui versavano i 37 cani, di varie razze, sequestrati l’altro ieri in una struttura privata adibita a pensione per animali. Il sequestro è stato eseguito in via San Marco dai carabinieri forestali di Pozzuoli, in collaborazione con i militari dell’Arma della compagnia di Marano e il personale dell’Asl Napoli 2 nord. La proprietaria dell’immobile, già oggetto di verifiche lo scorso anno, è stata denunciata per maltrattamenti di animali e abusi edilizi. I controlli sono scattati sulla scorta degli esposti dell’associazione “Stop Animal Crimes Italia” e di una donna del luogo, che ha denunciato il furto di due cani.
Secondo quanto appurato dai carabinieri, i cani erano detenuti in varie zone dell’abitazione, molti dei quali si trovavano all’interno di stanze e box in muratura – non a norma sotto il profilo urbanistico – o su balconi di pertinenza e in giardino. I cani, al momento dell’irruzione dei militari, risultavano divisi in gruppi “poiché tra loro vige una grave incompatibilità sociale, tale da generare risse per il controllo degli spazi”. Le strutture di accoglienza, inoltre, sono risultate non conformi ai requisiti minimi previsti dalle leggi in materia di detenzione e benessere degli animali. Una situazione pessima, insomma, con tutti gli spazi di dimora – come verbalizzato dai carabinieri – segnati dalla presenza di deiezioni non rimosse da giorni e forti odori di urine, feci e ammoniaca tali da rendere difficile persino l’accesso per l’ispezione. Anche negli ambienti esterni sono state rinvenute ingenti quantità di feci, rifiuti speciali e materiale in disuso. La proprietaria della pensione, sprovvista di qualsiasi titolo autorizzativo, era già finita in passato nel mirino di residenti e associazioni che si battono per la tutela degli animali. Un anno fa, infatti, la villa di via San Marco era stata oggetto di verifiche da parte dell’ufficio tecnico comunale e degli agenti della polizia municipale, che riscontrarono numerose violazioni urbanistiche, in seguito oggetto di un’ordinanza di ripristino dello stato dei luoghi mai ottemperata dalla titolare dei locali.
I cani sono stati fotografati e catalogati ma, in attesa di individuare le necessarie nuove dimore, sono rimasti in affidamento temporaneo alla titolare del rifugio che ha la responsabilità giuridica del mantenimento.
Segue la nota dell’Associazione Stop Animal Crimes.
I carabinieri forestali di Marano (NA) hanno posto in sequestro 37 cani detenuti da una privata nella propria casa adibita a pensione abusiva. La segnalazione era stata fatta lo scorso anno da Stop Animal Crimes Italia che da anni lotta per riportare l’animalismo alla prescritta gestione dei randagi e alla collaborazione con le Istituzioni, strappandolo da pratiche illecite a scopo di lucro; abbiamo inviato più solleciti – telefonici e a mezzo pec – alle Autorità preposte, chiedendone l’intervento. Denunciata una donna di 49 anni che da anno era dedita ad ospitare a casa propria cani a fronte di un corrispettivo mensile di 150 euro per cane, esercitando a tutti gli effetti attività di pensione per cani ovviamente non autorizzata, noto in Ital; la donna era stata da poco denunciata anche per essersi appropriata di un cane di proprietà. I cani sono stati affidati alla denunciata e per tale ragione chiederemo alla Procura della Repubblica di poter essere incaricati di provvedere alla loro sistemazione verso privati o strutture autorizzate; l’affidamento dei cani al trasgressore è purtroppo prassi diffusa nei casi di sequestro, poichè non vi sono molte strutture autorizzate e quelle presenti sono colme di cani le cui adozioni vanno a rilento (grave vulnus Istituzionale per assenza di attività preventive di lotta al randagismo) ma anche perchè le Autorità pubbliche non desiderano farsi carico delle spese di mantenimento. Riteniamo che, proprio per l’assenza di prescritte attività di prevenzione da parte di Sindaci, Polizie Locali e ASP veterinarie, le spese del mantenimento di animali in sequestro andrebbe caricata in seno ai Comuni ai quali tali strutture abusive spesso fanno comodo e dunque ignorate nella loro illegalità; la struttura abusiva di Marano infatti era nota alle Autorità amministrativa. Stop Animal Crimes Italia, nella totale indifferenza da parte degli enti animalisti nazionali, continua a denunciare questo sistema diffuso e radicato su tutto il territorio nazionale che vede Associazioni locali e privati “campare” sui cani randagi vaganti e feriti attraverso versamenti di denaro su carte prepagate private dando vita a un flusso di denaro milionario invisibile allo Stato; il nostro scopo è rivitalizzare le Istituzioni in tema di lotta al randagismo e le Associazioni ad entrare nei canili anzichè alimentare strutture abusive, sollecitando i Comuni e le ASP a progetti leciti di sterilizzazioni e censimento e laddove il silenzio a denunciare. Solo così potremo riportare l’anarchia animalista in odore di lucro sotto le direttive della legge dello Stato che, se rispettate da parte di tutti gli attori, consentirebbe di risolvere il randagismo.
Nota stampa
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