Chirurgia dell’obesità: le regioni dove vengono eseguiti più interventi sono Lombardia, Campania ed Emilia Romagna

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Il punto sull’adozione di nuovi protocolli di gestione dei ricoveri durante il 32° Congresso Nazionale Sicob, ai Giardini Naxos, in Sicilia, con circa 1000 specialisti presenti

“Applicando in maniera diffusa protocolli che consentono una riduzione della degenza postoperatoria è possibile passare dai 5 giorni della gestione tradizionale ai circa 2 del nuovo approccio mantenendo inalterati  qualità e sicurezza. E’ possibile quindi ottimizzare l’utilizzo dei posti letto raddoppiando il numero di pazienti che possono essere operati” spiega Giuseppe Navarra, Presidente Sicob

Secondo gli ultimi dati Sicob, in Italia  il 73% dei pazienti operati sono donne ed un terzo del campione ha un’età compresa tra i 41 e i 50 anni. La regione dove viene eseguito il  maggior numero di interventi è la Lombardia (8189), seguita da Campania (3679) ed Emilia Romagna (3428). Gli interventi più eseguiti sono quelli di Sleeve Gastrectomy, bypass gastrico e minigastric bypass

 

 L’APPUNTAMENTO – Il 32° Congresso Nazionale SICOB – Società Italiana di Chirurgia dell’Obesità – “Obesità: alla ricerca di una nuova alleanza terapeutica” – presieduto da Giuseppe Navarra, Presidente Sicob, e Luigi Piazza, Presidente Onorario – si svolgerà dal 23 al 25 maggio 2024 presso Giardini Naxos (Messina), in Sicilia. Tra i focus in programma, si parlerà di chirurgia laparoscopica e robotica, prevenzione e gestione delle complicanze postoperatorie, ma anche di microbiota, nutrizione e farmaci. Circa mille gli specialisti presenti, con una importante presenza di under 40.

IL PROTOCOLLO PER LA GESTIONE PERIOPERATORIA DEL PAZIENTE OBESO – L’iniziativa costituirà un essenziale momento di confronto sullo stato della chirurgia bariatrica, in particolare sulla diffusione presso tutti i centri di un protocollo per la gestione perioperatoria del paziente obeso già adottato presso alcuni centri accreditati che consente  una rapida ripresa post-operatoria del paziente sottoposto a chirurgia attraverso l’applicazione di un percorso multimodale volto a ridurre stress, dolore, nausea, vomito in assenza di sondini, drenaggi e cateteri.

“L’applicazione di tale protocollo assicura al paziente un’esperienza migliore e ricoveri di breve durata, nonché una ripresa quasi immediata – dichiara Giuseppe Navarra, President Sicob – ERAS è l’acronimo che a livello globale identifica questo nuovo approccio. Nel corso del Congresso proporremo un protocollo adattato alla realtà italiana che ci auspichiamo possa essere condiviso dai soci della SICOB e poi adottato in maniera diffusa sul territorio nazionale. La Società si farà poi carico di verificare l’adozione dei protocolli a livello dei singoli centri che potranno essere quindi accreditati.

 “La mia esperienza con i protocolli di gestione fast track del perioperatorio in bariatrica risale al 2013, e dopo più di 10 anni continua a dare ottimi frutti – spiega Giuseppe Maria Marinari responsabile U.Op. Chirurgia Bariatrica all’IRCCS Humanitas di Milano – I risultati lasciano tutti molto soddisfatti: complicazioni ridotte, quindi piena sicurezza, ma anche aumento della qualità percepita dal paziente. L’adozione di questi protocolli rende la chirurgia più gentile e mette i pazienti al centro, restituendoli in tempi brevi e in buone condizioni alla loro quotidianità. Si può parlare senza timore di umanizzazione delle cure. Non è da dimenticare che anche i manager ospedalieri sono soddisfatti: questi protocolli aumentano la sostenibilità della chirurgia, permettendo in pratica di curare più persone con le stesse risorse in termini di letti di degenza. Per ottenere questi risultati è necessario lavorare su quattro fronti: creazione di un team efficiente ed efficace (fondamentale la collaborazione con anestesisti e infermieri), grande attenzione alla preparazione preoperatoria al fine di ridurre il rischio di complicanze, convinzione nell’abbandonare alcune tradizioni trasmesseci dai nostri maestri, seguire il paziente anche dopo la dimissione”

IL DETTAGLIO – Nella fase preoperatoria è centrale il counseling, fase in cui il paziente viene istruito su tutte le tappe del suo percorso, così da abbatterne l’ansia e aumentare la sua consapevolezza. Per quanto riguarda l’intervento vengono scelti approcci mini-invasivi, tramite chirurgia laparoscopica e robotica, quindi senza tagli ma solo con lievissime incisioni. Fondamentale il ruolo dell’anestesista che seguirà protocolli anestesiologici che limitano al minimo l’uso di oppiacei, riducendo il rischio di nausea, dolore e vomito post-operatorio.

IL RISPARMIO PER IL SSN – “Se vengono adottati tali accorgimenti, la fase postoperatoria risulta meno impattante e di conseguenza il paziente può lasciare l’ospedale prima. Il risveglio è quasi immediato al termine dell’intervento, il paziente è in grado di lasciare il letto, sorseggiare liquidi e riprendere una minima alimentazione già dopo qualche ora e può tornare a casa nell’arco di 48 ore anziché dopo  4-5 giorni tipici della gestione classica. Tranne in casi particolari non si usano più sondini, drenaggi e cateteri. La dimissione comunque avviene solo dopo una visita scrupolosa e la compilazione di una specifica e minuziosa check list. Riduzione di degenza da 5 a 2 giorni significa anche risparmio di risorse da una parte, ma soprattutto posti letto disponibili per altri pazienti ed interventi”  spiega Giuseppe Navarra, President Sicob.

I DATI DELLA CHIRURGIA – Secondo i dati Sicob relativi al 2023, raccolti presso i 135 centri ufficiali (66 al Nord, 28 al Centro, 28 al Sud e 13 nelle Isole), il 73% dei pazienti sono donne e il 27% uomini, mentre, in fatto di età, il 30% ha tra i 41 e i 50 anni, il 26% tra i 51 e i 60, il 22% tra i 31 e i 40, il 13% tra i 21 e i 30, il 7% sono over61 e il 2% ha tra i 17 e 20 anni.

Da un punto di vista geografico, rispetto ai 26624 interventi totali, 14424 si sono concentrati nel Nord Italia (54%), 5407 nel Sud (20%), 4613 nel Centro (18%) e 2180 nelle Isole (8%). Nel dettaglio, la regione con maggior numero di interventi è la Lombardia (8189), seguita da Campania (3679) ed Emilia Romagna (3428). Scorrendo la classifica, troviamo Lazio (1975), Sicilia (1700), Puglia (1498), Abruzzo (1294), Veneto (1202) e Toscana (1004). Nella seconda parte dell’elenco, Piemonte (672), Sardegna (480), Liguria (398), Friuli Venezia Giulia (386), Marche (199), Umbria (129). Fanalini di coda sono Trentino Alto Adige e Basilicata (entrambe con 121), Calabria (109), Valle d’Aosta (28) e Molise (12).

Per quanto riguarda invece la tipologia di intervento, in oltre il 97% condotto per via laparoscopica o robotica, la Sleeve Gastrectomy (14149)  rappresenta il 53% delle procedure effettuate; a seguire, il bypass gastrico tradizionale (3767-14%), il minigastric bypass (3538-13%) e  le procedure endoscopiche (2605-10%).

© Copyright redazione, Riproduzione Riservata. Scritto per: TerranostraNews
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