Marano, processo Bertini-Simeoli-Cesaro: ancora un rinvio. Rimandata (per un guasto tecnico) l’escussione del pentito Simioli

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Ancora un rinvio. E’ slittata l’escussione del pentito Giuseppe Simioli (nella foto), che il tribunale Napoli nord – a sorpresa – aveva richiesto nella precedente udienza. Problemi legati al collegamento in videoconferenza del collaboratore di giustizia, che deve riferire su un presunto summit che si sarebbe tenuto molti anni fa in una tenuta di Angelo Simeoli, uno degli imputati assieme all’ex sindaco Mauro Bertini, all’ex dirigente comunale Armando Santelia e ai fratelli Raffaele e Aniello Cesaro. Il processo è alle battute finali, ma la sentenza continua a slittare. Se ne riparlerà ad aprile, quando sarà escusso Simioli e sarà pronunciata anche la sentenza. Le accuse, per gli imputati, vanno (a vario titolo) dal concorso esterno alla corruzione.

Molti reati, cadendo l’aggravante mafiosa, sono già prescritti. Il pm Di Mauro, titolare dell’indagine, ha lottato strenuamente in questi ultimi mesi, ma la recente sentenza di assoluzione (per Angelo Simeoli) ha avuto l’effetto di una mazzata anche su questo processo, nato a margine del primo processo Pip (palesemente incompleto) e arricchito di ulteriori elementi. Se Angelo Simeoli non ha avuto rapporti di contiguità con i Polverino, come sancito nel processo andato in archivio (primo grado) qualche settimana fa, difficilmente potrà essere contestata l’aggravante mafiosa agli altri imputati, benché vi siano altre importanti circostanze e testimonianze emerse in questo processo e benché, a carico di Simeoli, riferiscono oltre venti pentiti, non solo dell’area maranese ma anche del contesto Casalese.

Perché sta andando tutto a “vrenna”, come abbiamo già evidenziato in altri articoli? Semplice. Le indagini avviate sui clan di Marano, quelle di 15-20 anni fa, forse hanno lasciato a desiderare su alcuni aspetti, in primis sui rapporti tra politica e camorra. Indagini che non hanno centrato a pieno certe dinamiche territoriali (la magistratura, fino all’inizio degli anni Duemila era ancora convinta che a comandare a Marano fossero i Nuvoletta), che si sono avvalse in taluni casi pentiti che non hanno saputo sviscerare al meglio alcuni concetti o che erano in carcere quando si sono svolti taluni fatti. Qualche pentito, come Perrone e Tipaldi, qualcosa di utile lo hanno riferito ma non è bastato. Dal collaboratore Simioli Giuseppe ci si attendeva ben altro, ben altre conferme che invece non sono arrivate o sono arrivate solo in parte. Il grosso degli errori e delle sviste, però, sono state compiute molti anni fa. Marano è stato al centro del traffico di hashish per 25 anni; al centro di una delle più grandi speculazioni edilizie della regione e al centro di scandali amministrativi (Pip, Galeota, palazzo Merolla, stadio comunale, Giudice di Pace, ampliamento cimiteriale, beni confiscati, discariche e tanto altro) che avrebbero meritato ben altri approfondimenti e soprattutto indagini svolte in tempi celeri. Di Mauro e Visone, gli ultimi due pm della Dda, hanno tentato di mettere una pezza ma i fatti in oggetto risalgono ormai alla notte dei tempi, sono ben noti ai pochi addetti ai lavori, ma il tempo ha giocato a favore degli avvocati (bravi) degli imputati, che approfittano di ogni cavillo.

© Copyright Fernando Bocchetti, Riproduzione Riservata. Scritto per: TerranostraNews
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