Aerei rumorosi sorvolano l’area nord: un’intesa tra Arpac – Gesac ha modificato le rotte per salvaguardare Napoli

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Gli aerei in partenza da Capodichino diretti verso nord non sorvoleranno più il centro storico di Napoli per ridurre le emissioni di Co2 e l’inquinamento acustico: queste sono le motivazioni che hanno spinto la Gesac, la società che gestisce lo scalo partenopeo, e l’Arpac, l’Agenzia Regionale per la Protezione Ambientale della Campania, per ridurre lo smog e l’inquinamento acustico nella città partenopea.

Ancora una volta a pagare lo scotto di questa decisione è la già martirizzata area nord di Napoli da sempre considerato un territorio fertile per la nascita di discariche e centri di smaltimento rifiuti che già impattano negativamente sulla salute dei cittadini, per non parlare poi della presenza dei roghi tossici che negli anni hanno dato vita alla “famosa” Terra dei Fuochi.

Secondo gli studi aeronautici, questo tipo di regolamentazione dei voli diretti verso nord potrebbe portare ad una vera svolta nella riduzione del caos urbano. I dati parlano del 30% in meno degli impatti riscontrati e la riduzione dell’11% di emissioni di Co2 nell’aria all’anno. Un toccasana per l’ambiente se solo non si spostasse l’inquinamento verso altri territori come quelli dell’area nord di Napoli.

Nelle ultime settimane i cittadini stanno avvertendo numerosi e rumorosi passaggi di aerei sui propri tetti a tutte le ore del giorno. Situazione che sta mettendo a dura prova il sonno di coloro che fino ad oggi non erano abituati al rumore dei velivoli.

Se da un lato è giusto far conciliare le esigenze di una metropoli come Napoli, dall’altro non dovrebbe esser ritenuto di minor importanza l’impatto che tali decisioni possono avere su aree fortemente urbanizzate e soggette già di per se a fenomeni di inquinamento ambientale ed acustico.

Sull’intesa Arpac-Gesac è piombata la richiesta di revoca, firmata da No Fly e Assoutenti Campania.

Le associazioni ricordano il ruolo di vigilanza dell’agenzia regionale di protezione ambientale nella Commissione aeroportuale. Secondo il comitato, questo la porrebbe “in evidente conflitto ed incompatibile rispetto ad una convenzione a titolo oneroso”. L’Arpac, scrive No Fly in una lettera all’agenzia -, può definire accordi o convenzioni con Aziende ed Enti pubblici e privati, se tali attività non risultino incompatibili con l’esercizio” dei controlli. Ed oltre a ciò “riteniamo sia assolutamente inopportuno – aggiunge la missiva – che l’Arpac instauri con il gestore aeroportuale qualsiasi rapporto esuli dal ruolo conferitole all’interno della commissione aeroportuale, considerando anche le chiare contestazioni espresse dall’Arpac in merito agli ‘sprofilamenti’ rilevati, il gestore da anni sminuisce l’evidente realtà, affermando che il rumore è nei limiti e che i cittadini che subiscono il rumore si attestano ad 11.000unità, tutto ciò è stato contestato al gestore e risulta dai verbali della commissione”.

L’agenzia regionale ha quindi risposto al comitato. “Relativamente alla convenzione tra Arpac e Gesac (…) – si legge nella replica – si rappresenta che l’attività di Arpac è aggiuntiva rispetto ai controlli istituzionali, e consiste in un mero studio della variazione di impatto acustico legata all’ implementazione delle variazioni delle rotte in fase di decollo (…). I controlli e le valutazioni demandate a Arpac, sono finalizzate proprio a garantire la necessaria terzietà nella fase di raccolta dei dati e esecuzione delle misurazioni utili per le valutazioni del rumore associato”. Tale studio temporaneo “non permetterà di valutare la conformità delle attività aeroportuali – scrivono i funzionari Arpac – ai limiti normativi, atteso che tale monitoraggio avrà una durata inferiore a un anno e che la normativa vigente prevede che sia il gestore aeroportuale ad implementare ed eventualmente aggiornare il sistema di monitoraggio del rumore aeroportuale”. L’Arpac specifica che “una volta portati gli esiti del monitoraggio oggetto della convenzione e gli altri dati pertinenti in commissione (…), si potranno valutare le eventuali migliorie o criticità nell’impatto acustico dell’aeroporto di Napoli Capodichino sul territorio circostante e rendere definitive o meno le nuove procedure di decollo studiate”. E nel momento “che dovessero essere rese operative in maniera definitiva tali nuove rotte di decollo sarà cura del gestore aeroportuale adeguare il sistema di monitoraggio”.

Il presidente di No Fly Zone, Stefania Cappiello, dichiara: “Abbiamo letto con attenzione la risposta di Arpac e scriveremo ufficialmente a tutti i componenti della commissione anti rumore presieduta dall’Enac, perché riscontriamo delle incongruenze. Comunque, per gli atterraggi soluzioni non ce ne sono”.

© Copyright redazione, Riproduzione Riservata. Scritto per: TerranostraNews
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