Marano, il caso Sarracino: figlio sequestrato e papà minacciato con le armi

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Erano cinque le persone che hanno sequestrato, pochi giorni fa, Raffaele Sarracino, 51 anni, professionista di Marano, figlio di un facoltoso imprenditore edile. L’uomo – come raccontato in anteprima due giorni fa dal nostro giornale – è riuscito a fuggire. I fatti si sono verificati lo scorso 26 novembre, in via Eschilo, nei pressi dell’abitazione della famiglia Sarracino.

Quand’è avvenuto l’episodio era con il padre di 76 anni, Vincenzo, che gli sedeva accanto in una Bmw Serie 1 mentre rincasavano nell’abitazione di famiglia.

Stando al racconto della vittima del tentato sequestro agli investigatori, i banditi li hanno avvicinati davanti alla loro abitazione. Avevano i volti coperti e si sono qualificati come carabinieri. Pistole in pugno, hanno preso con la forza l’ingegnere per poi portarlo via a tutta velocità su un furgone che era lì accanto ad attenderli. Il mezzo si sarebbe portato in una zona periferica, via Castel Belvedere, alle porte della cittadina, ed avrebbe effettuato una sosta. Ed è stato a questo punto che la vittima del rapimento sarebbe riuscita a liberarsi dei suoi sequestratori in maniera rocambolesca. Secondo il racconto reso ai carabinieri, l’ingegnere è riuscito a scappare dopo aver ingaggiato una colluttazione con i criminali. All’ospedale di Pozzuoli, dove è arrivato al pronto soccorso, gli sono state refertate lesioni al volto e alla tempia ed escoriazioni guaribili in 15 giorni. Ad allertare i militari sarebbero state le persone che hanno soccorso in strada Raffaele. Le indagini sull’episodio sono dei carabinieri di Marano e di Castello di Cisterna che stanno valutando il racconto dell’uomo e cercando di individuare i motivi del tentato rapimento, che sarebbe a scopo estorsivo.

Nel frattempo, altri malviventi avevano preso in consegna Vincenzo Sarracino, il padre di Raffaele, e lo avrebbero condotto nella sua abitazione. Avrebbero poi messo a soqquadro la casa, ma senza riuscire a portare via niente. Nelle concitate fasi dell’irruzione sarebbe stata contusa (forse malmenata) anche la moglie del 76 enne imprenditore, che a Marano – assieme al suo storico ex socio – ha molto costruito, soprattutto nella zona di via Falcone. Imprenditori edili attivissimi in città negli anni Ottanta, ma poi defilatisi anche in seguito alla cresciti di altri noti palazzinari, alcuni dei quali legati al clan Polverino.

© Copyright Fernando Bocchetti, Riproduzione Riservata. Scritto per: TerranostraNews
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